Giuseppe Catalfamo – Filosofia
Dimentichiamo troppo spesso che Frankenstein non è il mostro, ma il nome del dottore che lo creò.
Dimentichiamo troppo spesso che Frankenstein non è il mostro, ma il nome del dottore che lo creò.
La vita è un banchetto e tanti piatti muoiono di fame.
Posso pretendere tutto ciò che voglio con l’immaginazione, mentre nella realtà molto di più.
Il linguaggio è lo strumento plastico del pensiero.
In God we trust… who is your God? My God is life! I am human.Crediamo in Dio… chi è Dio? Il mio Dio è la vita! Sono un umano.
La vita? Una continua corsa verso il nulla.
Chissà quante le cose che ho letto, quante quelle dimenticate… quante le elaborate… eppure, con il passar del tempo mi sembra sempre che ci sia così tanto ancora da apprendere… da leggere, da capire… da vivere… Vorrei poter avere la saggezza del più saggio dei saggi… o, a pari merito, l’ignoranza del più ignorante degli ignoranti.
Al mattino rasserena il tuo cielo,sorridi a tutti,corri verso i tuoi desideri…e nella tua vita,il cielo sarà sempre sereno,tutti ti sorrideranno,e raggiungerai i tuoi desideri.
La parola è un’ala del silenzio.
Dal male non si sviluppa il bene, né con buone, né con cattive intenzioni. Il sopruso inflitto indica un’apparenza di giustizia, e la mostra per quello che è veramente, manifestando le vere intenzioni, segnando indelebilmente il potere nel tempo soffocato dal nepotismo, nella dittatura occultata dalla morte, e da false credenze, espedienti per costruire il regno dissennato e corrotto.
Impariamo molto di più dai nostri silenzi che dalle parole degli altri.
Il prato è verde perché dipinge la speranza di poterlo attraversare senza catene.
Il tempo è un mistero che abbiamo voluto numerare.
[…] Sì che la privazione ne divenne assai più crudele di quanto ne fosse dolce il possesso, e si era infelici perdendoli senza essere felici possedendoli.
S’io fossi foco arderei il mondos’io fossi acqua innonderei il mondos’io fossi vento spazzerei il mondos’io fossi il mondo… beh, m’incazzerei!
Ci sono due verità in ogni racconto, a volte perfino tre.
Gorgoni, Idre e Chimere, le atroci storie di Celeno e delle Arpie, possono riprodursi nel cervello superstizioso: ma esse erano già lì.Sono trascrizioni, tipi: gli archetipi sono dentro di noi e sono eterni. Come potrebbe accadere altrimenti che lo spettacolo di ciò che, al risveglio, sappiamo essere falso colpisca tutti noi? Forse che concepiamo il terrore per tali oggetti in modo naturale, considerandoli capaci di infliggerci di danni corporali? Oh, no, affatto! Questi terrori sono di origine più antica.Sono più antichi del corpo, ovvero, anche se non esistesse il corpo, sarebbero gli stessi… Che il genere di terrore di cui stiamo trattando sia puramente spirituale, che esso sia forte, rispetto alla sua mancanza di soggetto, che esso predomini nel periodo della nostra infanzia innocente, sono tutti problemi la cui soluzione potrebbe richiedere di penetrare in qualche modo nella nostra condizione ante-moderna e gettare perlomeno uno sguardo furtivo nella terra d’ombre della preesistenza.