Giorgio Antonicelli – Figli e bambini
Credevo di aver capito il tuo percorso figlia mia, ma mi sto perdendo dietro la tua scia, ciò mi fa impazzire, aspettami, spiegami, parlami negli occhi.
Credevo di aver capito il tuo percorso figlia mia, ma mi sto perdendo dietro la tua scia, ciò mi fa impazzire, aspettami, spiegami, parlami negli occhi.
Ti insegnerò a camminare, e quando avrai imparato a correre lascerò la tua mano, ma sappi sarò sempre al tuo fianco.
Io non lo amo perché è bello, ma perché è il mio bambino.
Un genitore non dovrebbe tornare bambino per crescere suo figlio. Ma dovrebbe soltanto preoccuparsi di crescerlo insegnandogli a saper fare il genitore responsabile quando quel figlio diventerà adulto.
In ogni uomo si rispecchia il bambino che è stato, ed è in quell’innocenza che deriva la sua educazione.
Esiste una natura che con le proprie leggi governa l’universo. La natura insegna che qualsiasi cosa lanceremo verso l’alto prima o poi tornerà a terra. Oppure insegna che non possiamo vivere senza respirare, senza mangiare o bere. La natura insegna anche che i figli nascono da un maschio e da una femmina. E non sono un diritto. Sono un dono.
Sono una Donna ma sono anche una mamma, e in quel giorno speciale dove la felicità ha incontrato il mio cuore: “quel pezzo di plastica dove è inciso il nome dei miei figli e il mio nome”, in assoluto per me, rimane il bracciale più bello che la vita mi potesse donare.