Jean-Paul Malfatti – Abitudine
Quando smetto di scrivere, impazzisco o quasi. Ho la sensazione che le mie dita continuano a digitare parole immaginarie nel vuoto di una tastiera invisibile che esce dal nulla e ritorna nel nulla.
Quando smetto di scrivere, impazzisco o quasi. Ho la sensazione che le mie dita continuano a digitare parole immaginarie nel vuoto di una tastiera invisibile che esce dal nulla e ritorna nel nulla.
Guardatevi dalla grande tentazione delle carte di credito o del denaro di plastica, potrà essere l’inizio di una serie di incubi che vi toglieranno il sonno, per poi portarvi all’inferno dei debiti impagabili.
La cosa peggiore è quando si è soli in due.
Perché bevo? Perché non riesco ad affrontare la vita quando sono sobrio.
La vita e la morte nascondono misteri che la mente umana non riesce ancora ad incanalare per le vie della ragione ma che il cervello processa in base a quello che conosce e che crede essere vero. È proprio per questo che certi enigmi rimangono sempre gli stessi, nonostante lo sviluppo del pensiero filosofico-scientifico attraverso migliaia di secoli.
Se la mia scheda elettorale fosse un qualche avanzo di cibo marcio per maiali, invece di metterla nell’urna, la metterei volentieri in bocca ad uno di questi politici corrotti e parassiti che mangiano e rimangiano come re, ovviamente a spese di noi poveri e stupidi contribuenti.
Abitudine non lo può essere… l’infinito immenso creato dal noi.