Jean-Paul Sartre – Abitudine
Alle tre del mattino è sempre troppo presto o troppo tardi per qualsiasi cosa tu voglia fare.
Alle tre del mattino è sempre troppo presto o troppo tardi per qualsiasi cosa tu voglia fare.
Le persone non cambiano ti fanno credere che sono cambiati ma restano sempre le stesse.
Lui ha sempre pensato che quando camminava il mondo gli girava accanto… tutti i pensieri sembrano più densi e profondi e allo stesso tempo scivolano sul suolo soffocato dalle suole delle scarpe. Era stanco della solita vita; era stanco della musica del borgo. Si nascondeva nel cappotto pensando che quel giorno gli avrebbe regalato un “intorno” di tempo diverso da tutto il resto.
L’abitudine è una condanna che ci infliggiamo volontariamente, come una sorta di punizione, per una sentenza che ci obbliga a non vivere.
Chi non dice mai grazie, mai ne riceve.
L’uomo schiavo dalle proprie abitudini è signore di nulla.
Che imbecilli. Mi ripugna il pensare che sto per rivedere le loro facce ottuse e piene di sicurezza. Legiferano, scrivono romanzi populisti, si sposano, hanno l’estrema stupidità di fare figli. E frattanto la grande natura incolta s’è insinuata nella loro città, s’è infiltrata dappertutto, nelle loro case, nei loro uffici, in loro stessi. Non si muove, si mantiene ferma in essi, essi vi stan dentro in pieno, la respirano e non la vedono, credono che sia fuori, a venti miglia dalla città. Io la vedo, questa natura, la vedo… So che la sua sottomissione è pigrizia, so ch’essa non ha leggi: quella che scambiano per la sua costanza… Non ha che abitudini, e le può cambiare domani.