Klara Erzsebet Bujtor – Filosofia
Il mio segreto è nella luce nei miei occhi, non posso nascondere nulla, non voglio nascondere nulla, è il segreto del mio essere.
Il mio segreto è nella luce nei miei occhi, non posso nascondere nulla, non voglio nascondere nulla, è il segreto del mio essere.
Perdere la speranza, come rinnunciare a vivere, ogni nostra azione è fatta di volontà e speranza.
Siamo quello che vogliamo essere, solo non abbiamo ancora deciso cosa…
Il materialsimo finirà per dematerializzare tutto.
La gioia più bella è quella condivisa.
Il “tempo soggettivo” di ognuno è limitato dal “tempo oggettivo”, il quale meccanismo è fatto dalla misura e precisione perfetta di ogni periodo. Oggettività che “rode” la soggettività, quando il vissuto è macchinoso o evanescente. C’è un margine di libertà personale, è il vivere più “carpe diem”, e i momenti più intensi. Ma sia il tempo oggettivo che quello soggettivo non durano tutto il tempo, e quindi può esserci dell’altro.
La realtà definisce se stessa.
Perdere la speranza, come rinnunciare a vivere, ogni nostra azione è fatta di volontà e speranza.
Siamo quello che vogliamo essere, solo non abbiamo ancora deciso cosa…
Il materialsimo finirà per dematerializzare tutto.
La gioia più bella è quella condivisa.
Il “tempo soggettivo” di ognuno è limitato dal “tempo oggettivo”, il quale meccanismo è fatto dalla misura e precisione perfetta di ogni periodo. Oggettività che “rode” la soggettività, quando il vissuto è macchinoso o evanescente. C’è un margine di libertà personale, è il vivere più “carpe diem”, e i momenti più intensi. Ma sia il tempo oggettivo che quello soggettivo non durano tutto il tempo, e quindi può esserci dell’altro.
La realtà definisce se stessa.
Perdere la speranza, come rinnunciare a vivere, ogni nostra azione è fatta di volontà e speranza.
Siamo quello che vogliamo essere, solo non abbiamo ancora deciso cosa…
Il materialsimo finirà per dematerializzare tutto.
La gioia più bella è quella condivisa.
Il “tempo soggettivo” di ognuno è limitato dal “tempo oggettivo”, il quale meccanismo è fatto dalla misura e precisione perfetta di ogni periodo. Oggettività che “rode” la soggettività, quando il vissuto è macchinoso o evanescente. C’è un margine di libertà personale, è il vivere più “carpe diem”, e i momenti più intensi. Ma sia il tempo oggettivo che quello soggettivo non durano tutto il tempo, e quindi può esserci dell’altro.
La realtà definisce se stessa.