Livia Cassemiro – Ricordi
Dal ricordo si impara a rinascere, ma è guardando il presente che si vive.
Dal ricordo si impara a rinascere, ma è guardando il presente che si vive.
Ogni ricordo è malinconico perché porta in sé l’idea del tempo.
E mi guardo intorno e sorrido. Questo mondo è anche mio! Quella panchina è nostra, questa luna è per me e per tutte quelle persone che sognano, sperano, sorridono, amano, piangono, e poi dimenticano!
È una fortuna che si possa affrontare l’assenza di una persona parlando di lei. È una fortuna che, grazie a questa cosa meravigliosa che sono le parole, i gesti dell’amore e del profondo affetto, si possa tenere vivo il ricordo.
Quando qualcuno sparisce dalla tua vita ti lascia un vuoto dentro, un vuoto che non puoi colmare con qualsiasi cosa, le cose non sono fatte tutte della stessa misura, com’è necessario quel tassello di puzzle che ti manca per dare forma a tutto il resto.
Quando ero piccolo mi divertivo a giocare alla guerra, oggi mi fa paura. Quando ero piccolo dicevo bugie per sembrare grande, oggi le dico per nn sembrare piccolo. Quando ero piccolo nn capivo le litigate dei grandi, oggi litigo quando cerco di capire. Quando ero piccolo, sognavo la vita da grande, oggi faccio i conti con la realtà.
Quanto sono subdoli, riescono perfettamente a mimetizzarsi nella quotidianità di un oggetto dimenticato nel cassetto, nella banalità delle parole di una canzone che distrattamente passa in radio, nella stanchezza di un tramonto. Restano nascosti nell’oscurità dei vicoli ciechi dell’animo per giorni, mesi, anche delle vite intere per poi palesarsi in tutta la loro sadica maestosità, liquefacendosi e solcando il tuo viso come un aratro arrugginito su terra friabile. Tu sei lì, inerme, a farti travolgere, barchetta di carta nel ruscello, ad osservare stupefatto la tua vita in fiamme e un secchio di lacrime in mano per spegnerle, incapace di ricordare che devi dimenticare. E li chiamano semplicemente ricordi.