Marco Zuccaro – Morte
Tanta bellezza, eppur si muore.
Tanta bellezza, eppur si muore.
Dopo aver visto decine di morti ammazzati, imbrattati del loro sangue che si mescola allo sporco, esalanti odori nauseabondi, guardati con curiosità o indifferenza professionale, scansati come rifiuti pericolosi o commentati da urla convulse, ne ho ricavato una sola certezza, un pensiero tanto elementare che rasenta l’idiozia: la morte fa schifo.
La morte l’ho mandata a cagare più di una volta, ma è troppo assillante. Non si arrende mai!
Il giorno della mia morte vorrei che la mia anima diventasse cieca… per non vedere le loro lacrime.
Caro mondo ti lascio perché sono annoiato. Ti lascio con le tue preoccupazioni. Buona fortuna.
Sopravvivere alla morte di chi si ama è come vivere un amore che non c’è.
“Allora ascolta”, disse poi, cercando di placare il battito del cuore premendosi le mani sul seno. “Lo scuotitore della Terra ha sconfitto Apollo e sconfiggerà la città. Sentiremo la furia dell’Enosigeo più di quanto sia mai avvenuto. Non si salverà un muro, una casa, una porta, neppure la reggia”.