Maria Caterina Vicino – Abitudine
L’abitudine a fare ricorso a segni di identificazione esteriori, piuttosto che alla conoscenza effettiva della persona, pervade ogni contesto sociale.
L’abitudine a fare ricorso a segni di identificazione esteriori, piuttosto che alla conoscenza effettiva della persona, pervade ogni contesto sociale.
È nei silenzi che si consumano lentamente attimi che meritavano attenzione, accade quando si “vuol vedere” quello che non c’è.
Capendo si invecchia il riflettere.
Oh gli uomini non assolvono, impietosi giudicano e da ipocriti biasimano il giudicare altrui. Non ascoltano e fanno la morale, maestri della teoria sfuggono la pratica, l’esperienza, il vissuto che solo quando è vissuto può essere compreso. Dinanzi alla condanna già annunziata non vale perdersi nella strenua difesa, si tace perché il silenzio non ha voce per bussare dietro a porte chiuse.
Ricordati una cosa le persone che potrebbero salvarti sono le stesse che ti fanno morire.
L’abitudine è un’eterna anestesia mortale.
Vogliamo assaggiare qualcosa di nuovo, ma poi torniamo sempre ai vecchi sapori, quelli che conosciamo, che ci portiamo sempre dentro.