Maria Caterina Vicino – Abitudine
L’abitudine a fare ricorso a segni di identificazione esteriori, piuttosto che alla conoscenza effettiva della persona, pervade ogni contesto sociale.
L’abitudine a fare ricorso a segni di identificazione esteriori, piuttosto che alla conoscenza effettiva della persona, pervade ogni contesto sociale.
Purtroppo, alla lunga, è difficile essere quello che non si è.
L’abitudine è la più infame delle malattie, perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte.Per abitudine si vive accanto a persone odiose, si impara a portare le catene a subire ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto. L’abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente e cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza, e quando scopriamo d’averla addosso ogni gesto s’è condizionato, non esiste più medicina che possa guarirci.
L’abitudine è mezza padrona del mondo. “Così faceva mio padre” è sempre una delle grandi…
Quale scriteriato criterio,dovrebbe condurmi ad invidiare i giovani,che la vita,l’hanno ancora tutta davanti.
Quando cerchi di nascondere una cosa,essa sarà notata;quando la mostrerai,essa sarà trascurata.
Il piacere non esiste, è solo un sinonimo di abitudine.