Marilena Aiello – Abbandonare
Ho voluto credere che il tempo avrebbe sbiadito il silenzio, attenuato la tua assenza, colmato il vuoto. Ma è stata solo un’illusione, una bugia, mera ipocrisia.
Ho voluto credere che il tempo avrebbe sbiadito il silenzio, attenuato la tua assenza, colmato il vuoto. Ma è stata solo un’illusione, una bugia, mera ipocrisia.
È possibile essere messi in un angolo in una stanza rotonda?
Dicono che se non uccide fortifica, ma tu quanto mi hai ucciso!
Chiedo perdono per questo mio peccato di vanto, ma chi mi perde ci perde.
In te ho riposto le mie speranze, i miei desideri, i miei progetti futuri e li ho coltivati come si coltiva un fiore. Ma tu eri in un altro giardino, su un altro pianeta, in un altro mondo, a mille miglia di distanza da me. Ora sono qui a cantare la rabbia dell’abbandono.
Non ti ho lasciato, tu sì.
Ad un’amica che mi chiedeva cos’è l’addio. L’addio ha mille forme ma la più bastarda è quella che fa scivolare nel silenzio quel trascinare senza pietà una fine evidente, la più elegante è dire quel basta guardandosi negli occhi, quegli stessi occhi dove un sentimento si è vissuto fino a consumarsi senza lasciare alle domande il dolore di non avere risposte, la più comoda chiudere svanendo nel nulla.