Francesco Orestano – Morte
Il suicidio dimostra che ci sono nella vita mali più grandi della morte.
Il suicidio dimostra che ci sono nella vita mali più grandi della morte.
Tutto quello che conta non è vivere, ma saper morire.
La morte è insieme la possibilità di ogni istante e l’impossibilità di ogni possibilità.
Cerchiamo di vivere in modo tale che quando moriremo persino il becchino sia triste.
La morte: mi sembra inutile e malvagia come sempre, mi sembra il male primordiale di tutto ciò che esiste, l’irrisolto e l’incomprensibile, il nodo in cui tutto da tempo immemorabile è stretto e preso e che nessuno ha osato recidere.
L’assassinio è sempre un errore: non bisognerebbe mai fare niente di cui non si possa parlare dopo pranzo.
Ci sono molti modi per morire: il peggiore è morire dentro mentre continui a vivere fuori.
Perché non è nella mera morte che gli uomini muoiono di più.
Generalmente l’uomo è distrutto dall’attesa della pena capitale molto tempo prima di morire. Gli si infliggono due morti, e la prima è la peggiore dell’altra, mentre egli ha ucciso una volta sola. Paragonata a questo supplizio, le legge del taglione appare come una legge di civiltà. (da “Riflessioni sulla pena di morte”)
Chi pensa a quel che dirà in punto di morte vuol dire che non ha nient’altro cui pensare.
Ricordo mio nonno, un contadino: quando gli chiedevo “Cosa fai, nonno?”, rispondeva “aspetto la morte”. Per me non era mai una risposta tragica perché per lui aspettare la morte significava attrezzarsi, nell’ultima parte della vita, ad affrontarla con tutte le armi dell’uomo (lo scherno, l’ironia, la tristezza, l’amicizia, l’amore), ma mai ad esorcizzarla. Noi invece la dobbiamo esorcizzare con i nostri “gesti segreti” perché crediamo solo nei fatti. E di fronte al “fatto della morte”, che non si può controllare perché si è “assenti” nei riguardi di esso, possiamo solo fare scongiuri o “dare i numeri”.
Potrò mai dirti addio un giorno… te ne sei andata cosi presto e non mi hai lasciato il tempo di dirti addio.
La morte è ciò che fino ad ora la vita ha inventato di più solido.
Beati tutti coloro che, nati prima della Scienza, avevano il privilegio di morire alla prima malattia.
La morte è uno stato di perfezione, il solo alla portata di un mortale.
Ho scoperto che le persone non hanno veramente paura di morire; hanno paura di non avere mai vissuto, di non aver mai considerato a fondo lo scopo più elevato della loro vita, di non essere mai entrati in contatto con quello scopo e avere almeno tentato di fare la differenza in questo mondo.
Quando verrà l’ora di morire non voglio perderne neanche un attimo: si muore una volta sola.