Louis Armstrong – Musica
Devi amare per poter suonare.
Devi amare per poter suonare.
Quando ascolto il mio gruppo seguo di più la batteria e il basso. È quello che dà la carica.
L’espressione “emancipazione del basso” ha un risvolto in qualche modo negativo, viene da pensare che prima fosse incatenato… Io non mi sono mai sentito limitato in quello che ho cercato di suonare. Non ho mai avuto l’impressione di essere un bassista all’interno della sezione ritmica col compito di accompagnare un solista e che il mio ruolo fosse solo quello di essere “funzionale”… La musica in cui viene impiegato un basso elettrico è del tutto diversa da quella in cui si usa un contrabbasso: non si possono confrontare, come non si possono confrontare mele e arance. Io non credo che il basso elettrico possa contribuire all’evoluzione del contrabbasso.
Prendi uno come me, che suona il contrabbasso da quando aveva quattordici anni. Io ho seguito la sua evoluzione: da un semplice strumento pizzicato in due tempi alla completa libertà di musicisti come Stanley Clarke… Mi sono trovato in situazioni in cui i colleghi mi incitavano: sei libero; e io rispondevo: un momento, non so se voglio esserlo. Ho suonato con musicisti giovani che non conoscono che la libertà. Non sanno come si suona a tempo e quanto lo si può apprezzare… Eppure mi piace quello che oggi succede al basso. Alcuni dei giovani che suonano il contrabbasso come una chitarra sono fantastici. Ma io, adesso come prima, preferisco suonare a tempo: ritmo con un buon sound, che non potrà mai essere sostituito da qualcos’altro. È come il battito del cuore.
L’intavolatura è un’enorme stronzata ed ha ritardato la crescita musicale di un sacco di musicisti. Non è una vera forma musicale, non la vedrai mai ad una sessione in studio, o ad un concerto. Non la si incontra mai nel mondo musicale, in nessuna forma, tranne che nei giornali chitarristici o nelle trascrizioni degli assoli rock. È un fallimento totale. La si trova in giro solo perché ci sono musicisti che non hanno voglia di imparare il linguaggio musicale che già esiste da quattrocento anni. Per essere onesti l’intavolatura è la versione musicale dell’insegnare ad uno scimpanzé a fare dei trucchetti. Lo scimpanzé non ha idea di cosa sta facendo, sa solo che se lo fa bene sarà ricompensato.
Quando la musica è finita spegni la luce e falla continuare nel buio del tuo silenzio.
La semplicità non è un fine dell’arte ma si arriva alla semplicità malgrado se stessi avvicinandosi al senso reale delle cose. La semplicità è la complessità stessa – ti devi nutrire della sua essenza per comprenderne il valore.
La nascita del rock’n’roll è stata una vera illuminazione.
Impara tutto sulla musica e sul tuo strumento, poi dimentica tutto sia sulla musica che sullo strumento e suona come ti detta il tuo animo.
La musica è la tua propria esperienza, i tuoi pensieri, la tua saggezza. Se non la vivi, non verrà mai fuori dal tuo strumento.
La mia musica è una sorta di blues.
Basta una semplice scala di Do ben fatta per conoscere la valenza del suonatore.
Se, come quasi sempre accade, la musica sembra esprimere qualcosa, questa è soltanto un’illusione.
I lunghi singhiozzi dei violini d’autunno feriscono il mio cuore d’un monotono languore.
Come si potrebbe vivere, senza la musica? Le sue note ci toccano il cuore, la mente, ci fa ballare, è gioia e amore!
La musica è il linguaggio universale dell’umanità.
Il mio corpo è come uno strumento musicale, un flauto: non pensate che produca una gradevole melodia?