Paul Claudel – Morte
Non ci si prepara alla morte, ci si separa della vita.
Non ci si prepara alla morte, ci si separa della vita.
La vita è breve, ci dicono, sì, la vita è breve. Ma com’è morire? Cosa si prova quando la tua vita terrena finisce? Quando i tuoi occhi si chiudono per sempre e la tua anima si innalza verso Dio? Questo no, non ce l’hanno mai raccontato, e ancor oggi io sento che la sua morte non l’ho ancora superata. Certo, so che lei mi guarda pacifica e con occhi angelici, ma ogni morte altrui risveglia in me forti dolori. Dolori incancellabili. Dolori indelebili Dolori paralizzanti, come la morte.
La morte è un mostro che caccia dal gran teatro uno spettatore attento, prima della fine di una rappresentazione che lo interessa infinitamente.
La morte è la fine di un piccolissimo viaggio in una autostrada immensa.
Esistono addii che non saranno mai tali.
Vorrei mi venisse nascosto il giorno della mia morte, potrei non presentarmi all’appuntamento.
Bisce, cagne, insipide serpi, ascoltate! La vostra ipocrisia ormai ha i giorni contati! Il fluire rapido e sapido delle vostre malelingue cesserà, e l’alleanza fra di voi si interromperà. Verrà il giorno in cui le vostre opere saranno punite e quel giorno per voi sarà la fine. Ma sino ad allora purtroppo farete ancora tante vittime, e allora, cosa dire? Godetevi la vostra gloria finché potete, ma sappiate che la vostra fine è vicina!