Il poeta è poeta, non oratore o predicatore, non filosofo, non istorico, non maestro, non tribuno o demagogo, non uomo di stato o di corte. E nemmeno è, sia con pace del maestro, un artiere che foggi spada e scudi e vomeri; e nemmeno, con pace di tanti altri, un artista che nielli e ceselli l’oro che altri gli porga. A costituire il poeta vale infinitamente più il suo sentimento e la sua visione, che il modo col quale agli altri trasmette l’uno e l’altra.
Non si prenda la poesia troppo sul serio, per così perdere l’emozione che ne deriva da essa.
Il poeta non vive per la poesia, vive di poesia.
Gli editori credono ciecamente, con apriorismo razzistico, che la poesia sia tabù per la libreria. E lo credono anche i librai.
Il poeta vive nel mondo “reale”. Lo si teme perché mette l’uomo col naso nelle sue caccole. L’idealismo umano cede di fronte alla sua probità, alla sua inattualità (la vera attualità), al suo realismo che la gente considera pessimismo, al suo ordine che chiama anarchia. Il poeta è antiprotocollare. Si è creduto per molto tempo che fosse il capo del protocollo della inesattezza. Il giorno in cui il pubblico ha capito quello che era veramente, lo ha temuto.
Ci sono, infatti, due categorie di poeti. I più grandi, i rari, i veri maestri, compendiano in sé l’umanità; senza preoccuparsi di sé o delle proprie passioni, annullando la loro personalità per assorbirsi in quella degli altri, essi riproducono l’Universo, il quale si riflette nelle loro opere scintillante, vario, molteplice, come un cielo specchiantensi tutt’intero nel mare, con tutte le sue stelle e tutto il suo azzurro. Ce ne sono altri a cui basta gridare per essere armoniosi, piangere per commuovere, parlare di sé per durare eterni. Forse, facendo altrimenti, non si sarebbero potuti spingere più lontano, ma, in mancanza dell’ampiezza, hanno l’ardore e l’estro, tanto che se fossero nati con un altro temperamento, non avrebbero forse avuto nessun genio.
La poesia è un miele che il poeta,in casta cera e cella di rinuncia,per sé si fa e pei fratelli in via;e senza tregua l’armonia annuncia.
Per i moderni la poesia è qualcosa che non si può spiegare, è una suggestione.
Il mio miglior pregio è il tuo peggior difetto.
E al crepuscolo, il sole tramonta e la notte mostra tutta la bellezza del buio e del dolore.
Una brezza lievenon scuote l’alberoforse incantaqualche foglia infedelecosì è la mia poesia.
Non mi preoccupo delle rime. Raramente ci sono due alberi uguali, l’uno accanto all’altro.
Essere poeta non è una mia ambizione.È la mia maniera di stare solo.
A volte un grande poeta può rivelarsi un attore, un vigliacco mago delle parole.
Posso sempre temprarmi con la brace semi-spenta di una stella caduta, prima di tramutarmi in ghiaccio e rinascere cometa.
La grande poesia è essenzialmente “bête”: crede, e in questo è la sua gloria e la sua forza.
Scrivere poesie è una vocazione.