Carlo Peparello – Poesia
Scrivere poesie non è un dono, né un vanto o una passione. È semplicemente una necessità.
Scrivere poesie non è un dono, né un vanto o una passione. È semplicemente una necessità.
Quando il verso libero decanta “liberi pensieri” e costruisce ponti di condivisione, è l’ingegnere più creativo della vita.
La poesia è sempre stata presente e disponibile, sia nell’armonia dell’universo che nella semplicità e nei colori della natura. I poeti e i drammaturghi, in virtù della loro sensibilità, fantasia e ispirazione, non fanno altro che darle voce e tradurla in parole scritte, affinché essa possa non solo essere sentita dalle distaccate orecchie di giacchio degli umani, ma anche notata e letta dai loro distratti e noncuranti occhi carnali.
I fiori sono poesie che parlano al cuore delle anime sensibili.
La poesia nasce dopo un travaglio interiore e partorisce la poliedricità degli eventi con le varie sfumature che il poeta, il pittore della penna, riesce a trasmettere intingendo nei colori dell’anima, il pennello. La poesia trasmuta le sensazioni in emozioni che traboccano e ci fanno sentire vivi. Ci cullano come una nenia che fa assaporare i palpiti della vita oltre la percezione della mente, in un mondo invisibile all’uomo comune ma visibile al cuore del poeta che schiude, come un boccio alla luce dei versi del suo canto, tutta la fragranza interiore.
Scrivo per celebrare l’amore e l’odio, la bellezza e il pathos. Scrivo per ritrovare la serenità perduta, la gioia di vivere e la poesia del mio animo. Scrivo per collezionismo, perché ho paura della morte, per esorcizzarla. Scrivo per me stesso, perché mai potrei farne a meno. Scrivo nella speranza (spesso vana) di essere scoperto da qualcuno che possa apprezzare e condividere.
Mi fido dei dubbi, dell’incertezza del vento. Credo alla poesia quando mi racconta di un cuore senza orizzonti.
La poesia indossa la maschera dell’identità del poeta.
L’essere o sentirsi poeta è anche piangere la tristezza dietro il sorriso della penna.
La poesia ha una taglia inusuale, a taluni veste larga, ad altri stringe in vita, a una minoranza aderisce alla perfezione.
Non si nasce poeti, poeti si diventa ma si nasce poesia.
Un poeta nasce poeta, ne vive la poesia, e ne dipinge i colori con l’anima sua!
Cos’è la poesia? È la crepa nel mondo dove passa uno spiraglio di luce che uccide l’odio.
No, io non sono un poeta. I poeti vivono di delusioni. Io di delusioni muoio.
E poi ti accorgi, che la poesia diventa, la tua regola, l’unica regola che ti appartiene!
[…] tuttavia non avevo mai udito nella mia vita una storia più bella e terribile; la storia della fine di un’era, del tramonto degli eroi…Triste, quindi, soprattutto per un cantore quale io sono, perché se gli eroi scompaiono anche i poeti muoiono non avendo più materia per il loro canto.
La poesia non va in vacanza. Viviamo in poesia, di poesia. Il canto libero dell’anima, di ognuno di noi.