Francesco De Sanctis – Poesia
La poesia è la ragione messa in musica.
La poesia è la ragione messa in musica.
Il cattivo critico critica il poeta, non la poesia.
Non piacciono a lungo né vivono le poesie scritte da chi beve solo acqua.
Sono giovane e sono poeta (se l’amore per il Bello può rendere poeti) e desidero esserlo. Io sono irrimediabilmente poeta.
La poesia solo in piccola parte si trova negli innumerevoli libri detti di poesia.
La poesia è memoria bagnata di lacrime…
Dentro ognuno di noi si nasconde l’animo Nobile dell’essere poeta, e viene alla luce solo quando le emozioni, sovrastano la soglia del piacere.
La poesia prende vita dal cuore delle esperienze umane, ogni parola detta con sentimento è una poesia, dal bambino che dice mamma per la prima volta, al vecchio che pensa rassegnato alla sua morte.
La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.
Nessun grido è più forte del sospiro della poesia…
Poesia è dipingere sulla tela della realtà con il pennello dell’anima.
La poesia è come un’idea: non cerca verità, la crea.
Taci, taci: – vi sono de’ giorni ch’io non posso fidarmi di me: un demone mi arde, mi agita, mi divora. Forse io mi reputo molto; ma è mi pare impossibile che la nostra patria sia così conculcata mentre ci resta ancora una vita. Che facciam noi tutti i giorni vivendo e querelandoci? Insomma non parlarmene più, ti scongiuro. Narrandomi le nostre tante miserie mi rinfacci tu forse perché io mi sto qui neghittoso? E non t’avvedi che tu mi strazi fra mille martirj? Oh! se il tiranno fosse uno solo, e i servi fossero meno stupidi, la mia mano basterebbe. Ma chi mi biasima or di viltà, m’accuserebbe allor di delitto; e il savio stesso compiangerebbe in me, anziché il consiglio del forte, il furore del forsennato. Che vuoi tu imprendere fra due potenti nazioni che nemiche giurate, feroci, eterne, si collegano soltanto per incepparci? E dove la loro forza non vale, gli uni c’ingannano con l’entusiasmo di libertà, gli altri col fanatismo di religione: e noi tutti guasti dall’antico servaggio e dalla nuova licenza, gemiamo vili schiavi, traditi, affamati, e non provocati mai né dal tradimento, né dalla fame. – Ahi, se potessi, seppellirei la mia casa, i miei più cari e me stesso per non lasciar nulla nulla che potesse inorgoglire costoro della loro onnipotenza e della mia servitù! È vi furono de’ popoli che per non obbedire à Romani ladroni del mondo, diedero all’incendio le loro case, le loro mogli, i loro figli e sé medesimi, sotterrando fra le gloriose ruine e le ceneri della loro patria la lor sacra indipendenza.
La poesia è una grazia, una possibilità di staccarsi per un po’ dalla terra e sognare, volare, usare le parole come speranze, come occhi nuovi per reinventare quello che vediamo.
I poeti non cambiano, ma forse cambiamo noi e dobbiamo fare una strada intima per ritrovare la poesia nella quotidianità.
Tutti al mondo sono poeti, perfino i poeti.
La poesia non cerca seguaci, cerca amanti.