Rosa Coddura – Tristezza
Siamo come automi comandati dalla società e condannati all’infelicità.
Siamo come automi comandati dalla società e condannati all’infelicità.
Una persona che ha un cure triste, non può mai guardare l’orizzonte.
Il dolore, una sorta di Dio. Tu guarda alla tua entità che io penso al mio.
Con mani tremanti,lascio scorrere le mie ditasu questa tastiera,cercando poche lettereche, unendole insieme,vogliono poter scrivereciò che ti vorrei sussurrare:Amami meno,ma pensami spesso!
Vorrei chiedere scusa a quell’uccellino che ogni mattina canta fuori dalla mia finestra, per non avere abbastanza saggezza da scordare i miei problemi al suo incantevole cinguettare.
Lei era come quell’ultima foglia dell’autunno. Ondeggiava nel suo cielo, si sentiva un meteorite stanco. Galleggiava ed echeggiava. Viaggiava in quell’artico inverno, mentre fuori i suoi occhi ammiravano il campo di papaveri sfavillante nella sua splendida primavera.
La vita non è semplice, la colorano mille sfaccettature, la sbiadiscono mille delusioni! Si rimane delusi anche se si è forti. Si cade anche se non ci si abbatte, si piange anche se fai di tutto per essere immune al dolore. La vita non è facile, non basta solo essere forti per continuare a lottare, a vivere, a continuare il nostro lungo tragitto; ci vuole la speranza per continuare a credere nel domani, ci vuole l’umiltà per prendere la vita con semplicità ed amarla nonostante faccia di tutto per farci crollare e farsi odiare. Non basta sognare un domani migliore; bisogna viverlo, sempre e comunque nonostante tutto!