Sabrina Anzil – Morte
Al mio funerale vorrei una festa, per far vedere alle persone che senza di me non ci si diverte.
Al mio funerale vorrei una festa, per far vedere alle persone che senza di me non ci si diverte.
Alcune volte, la morte arriva su inconscia chiamata, indossando le vesti del nostro passato ed accompagnandoci in un futuro illusorio simile ad un limbo di un cieco immemore che compone un puzzle di pezzi consumati e tutti uguali, nell’attesa inconsapevole di un eterna notte di riposo giunta molto tempo prima.
Peccato che se ne vadano le brave persone, perché la spazzatura non la vuole nessuno!
Samira spalanca le braccia, afferra le mani degli angeli che la sostengono, si alza con loro verso il Nulla, il luogo dove inizia la fine. La fine di tutto e niente. La fine e l’inizio. Dove si trova Dio. Dove neppure Dio esiste più.
Tutto ciò che vive deve morire, passando dalla natura all’eternità.
Siamo tutti burattini appesi a un filo. Mentre bevi un bicchier d’acqua a migliaia di chilometri di distanza qualcuno muore di sete. Mentre lavori tranquillamente in ufficio qualcuno muore per strada. Mentre fai l’amore qualcuno muore in guerra. È vita e morte in ogni istante… tutti appesi a un filo. Se devi fare qualcosa fallo ora, se devi amare qualcuno fallo ora. Non puoi sapere quanto reggerà il filo.
È strano come a volte il ricordo della morte sopravviva molto più a lungo della vita che essa ha rubato.