Samuel Beckett – Libri
Siamo contenti. E che facciamo, ora che siamo contenti? Aspettiamo Godot.
Siamo contenti. E che facciamo, ora che siamo contenti? Aspettiamo Godot.
L’Accademia è troppo grande e troppo volgare: ogni volta che vi sono stato v’era tanta gente che non ho potuto vedere i quadri, e tanti quadri che non ho potuto vedere la gente, e questo è anche peggio.
Ma io, che non sono fatto per spassi,nè per la corte di specchi amorosi,io, che sono di rozzo conio e senza maestà d’amore per pavoneggiarmicon impudiche ninfe sculettanti,io, che sono amputato d’armonia,frodato di fatezze da Natura,deformato, non finito, speditoprima della mia ora al vivo mondomesso su a malapena per metà,e in modo cos’storpio e fuori tonoche se gli arranco accanto i cani stessi mi abbaiano contro -perdio, io, in mezzo ai pifferi di pacenon ho altro gusto per passare il tempoche spiare la mia ombra sotto il solee cantarmi la mia deformità,E così, non potendo far l’amantein questi giorni di bell’eloquio,io decido di essere malvagioe odiare questi inutili diletti.
Se lo spaventi abbastanza, anche un buono diventa imprevedibile. Spaventa un cattivo e sei nei guai.
La voce di un bambino, per quanto onesta e sincera, è insignificante per chi ha dimenticato come ascoltare. Cosa misteriosa il tempo: potente e, quando ci s’intromette, pericolosa.
Una terra dove l’uomo incensa la donna per farla cadere stordita e poi la insulta quand’è caduta!
Fuoco e mare, acqua e terra, vostra figlia qui s’afferma.Luce di sole, buio di luna, che lei incontri la vostra fortuna.Sfide, prove e giuramenti, che nel circolo lei ora entri.Carne e ossa, sangue e potenza, una di noi adesso Cassie diventa.