Sara Brillanti – Abbandonare
Io mi arrendo, perché se insisto mi offendo!
Io mi arrendo, perché se insisto mi offendo!
Mi bastavano dolci parole per legarmi a teMi bastavano stupendi sorrisi per innamorarmi di teMi bastavano false promesse per fidarmi di teMi bastavano giornate indimenticabili per non desiderare altro che te!Mi bastavano gli insaziabili baci per restare con teMi bastavano i tuoi sguardi per capire ciò che sentivi dentro di teMi bastava tutto di teMa adesso tutto questo dentro di meNon c’è.Mi chiedo perché le tue parole non mi legano più a te?Mi chiedo perché i tuoi sorrisi non mi fanno innamorare più di te?Mi chiedo perché delle tue false promesse non mi fido più di te?Mi chiedo perché le giornate indimenticabili non mi fanno più desidera te?Mi chiedo perché con i tuoi baci insaziabili non voglio più restare con te?Mi chiedo perché i tuoi sguardi non mi fanno più sorgere quel dubio, quell’ansia, quella paura di cosa provi dentro di te? (X me)Mi chiedo perché quel tutto di te non mi basta più?Ma adesso tutto questo dentro mec’è.Perché come un rapporto può cambiarePerché come un sentimento può cambiarePerché come una persona può cambiare!Tutto può finire.
Non mi sono mai piaciute le strategie. Non mi è mai piaciuta la gente che “dosa” la propria presenza perché è portata a pensare che nei sentimenti “vinca chi fugge”. Per me vince chi c’è, chi ti resta accanto, chi ti parla, ti ascolta e non si tira indietro.
L’abbandono è la scusa che la coscienza umana cercherà sempre disperatamente, come via d’uscita, per…
Comincio a pensare che se non ritorni, è perché io non lo voglio. Ripenso a quando mi bastava addormentarmi la sera e pensarti intensamente, per ritrovare al mattino un tuo messaggio. A quando ti sognavo e la mattina, mezza addormentata, te lo dicevo. A quando prendevo il cellulare per scriverti anche semplicemente “come stai?” E anche se intimorita dalla paura della tua indifferenza, lo mandavo comunque. Sai, a volte mi manca. Mi manca quel tempo in cui pensavo qualcosa e la facevo, così d’istinto. Oggi invece vengo assalita da un mare di “se” di “ma”, e la scelta più semplice e logica è non far nulla. Mi capita di pensare a volte di prendere il cellulare e farti uno squillo, o mandarti un messaggio; o almeno provarci; ma non prendo neanche il telefono in mano. Mi capita di sognarti e la mattina il mio primo pensiero è “rimuovere i sogni”. Mi capita di pensarti e arrivo sempre alla stessa conclusione “ma chi ti pensa, vaffanculo”. E in fondo, in fondo alla mia pseudo indifferenza credo si celi un velo di malinconia che non se ne andrà facilmente. Sarà la sensazione di risposta di quando dai tutto, e ricevi niente. Tristezza. Delusione. Addio. Non so.
Non è che mi hai lasciato, hai solo perduto l’opportunità di avermi.
Un arrivederci è un addio elegante. La colomba bisogna farla volare, bisogna lasciarla andare libera. Non puoi farla stare male. Non vuole stare accanto a te, non è il suo posto, cerca e vuole altro. Falla volare, tanto già sai che avrà nostalgia della sua gabbia, di stare lì accanto a te, ma quando tornerà non ti troverà, oppure troverà la gabbietta già occupata e, con molto rammarico ritornerà libera rimanendo sola o troverà un altra gabbietta, strettissima, con un nuovo amico accanto che gli farà ricordare ogni giorno il caro prezzo della libertà e di quanto stava bene nella gabbia che aveva lasciato.