Francesco Iannì – Speranza
Forse questa non è stata ancora la migliore delle vite, ma ciò non ci impedisce di sperare che un giorno lo diventerà.
Forse questa non è stata ancora la migliore delle vite, ma ciò non ci impedisce di sperare che un giorno lo diventerà.
Un proverbio latino dice: “l’unione fa la forza”. Io credo che oltre alla forza, l’Unione ci regali la speranza e la voglia di credere che qualcosa di meraviglioso possa ancora e sempre accadere.
La vera forza la trovi nell’alba di domani a dispetto di quella di ieri.
Cerca sempre la chiave giusta per aprire la porta della speranza.
Non stancarti mai di aspettare. Torna sempre il sole a illuminare la vita.
La speranza è quella luce che brilla dentro al cuore, anche se intorno è tutto buio.
Sperare di piacere a qualcuno può essere come sperare di vincere la lotteria senza comprarne il biglietto.
Se ti chiedo un anelito di speranza, non mi rispondere con la voce dell’incoscienza. La grammatica del cuore coniuga l’infinito di ieri col presente di futuro.
Sei il pensiero più bello, il regalo più grande, la certezza migliore che possa esistere. Anche se da lontano sento che le tue braccia mi proteggono, che il tuo cuore mi riscalda, che i tuoi occhi vegliano su di me. Non esiste sensazione migliore, anche se un abbraccio, ora come ora, non sarebbe male. La distanza mi porta a detestare tutto, a fare sogni, che spero insieme a te si possano realizzare.
Io e te, anime unite da un’amore così grande da infrangere le nostre antiche solitudini; noi due, mano nella mano, camminiamo in un mondo pieno di ostacoli, resi forti dalla consapevolezza che il domani sarà nostro!
Chi campa di aspettative muore illuso.
Ho accettato di essere debole e vulnerabile. Ora mi sento libera, mi sento viva.
Ambiamo all’eternità ignorando l’eternità della nostra storia.
Potrò sempre ricominciare, perché nel domani c’è ancora speranza.
Speranza, come vela tinta di azzurro, si staglia nel cielo del cuore.
Non faccio vedere la mia fragilità. A volte nessuno capisce quanto sensibile io sia: piango si, perché sono umana, di carne e ossa, ho anche un cuore e un’anima. Piango si, perché ho sofferto, e continuo a soffrire. Il mio pianto non è debolezza, anzi è grido, disperazione, perché sono una persona che sogna, lotta, e spera che un giorno qualcuno si accorga che ci sono anch’io in queste mondo.
Nino dal suo letto ha cercato di farlo annunciando il Vangelo della gioia, altri lo faranno in altri modi ma l’importante è avere la speranza.