Stephenie Meyer – Libri
Evidentemente, chi è immortale impara a essere paziente.
Evidentemente, chi è immortale impara a essere paziente.
Senza voler togliere nulla a quel genere di coraggio che porta alcuni uomini a morire, non dobbiamo dimenticare quegli atti di coraggio grazie ai quali gli uomini vivono; il coraggio della vita quotidiana è spesso uno spettacolo meno grandioso del coraggio di un atto definitivo, ma resta pur sempre una miscela magnifica di trionfo e di tragedia…Un uomo fa il suo dovere, a dispetto delle conseguenze personali, nonostante gli ostacoli, i pericoli e le pressioni, e questo è il fondamento della moralità umana; in qualsiasi sfera dell’esistenza un uomo può essere costretto al coraggio, quali che siano i sacrifici che affronta seguendo la proprio coscienza: la perdita dei suoi amici, della sua posizione, delle sue fortune e persino la perdita della stima delle persone che gli sono care.Ogni uomo deve decidere da sé stesso qual è la via giusta da seguire; le storie che si raccontano sul coraggio degli altri ci insegnano molte cose, possono offrirci una speranza, possono farci da modello, ma non possono sostituire il nostro coraggio… per quello ogni uomo deve guardare nella propria anima.
Camminavo nella sera piena di lillà con tutti i muscoli indolenziti in mezzo alle luci della 27ma strada nella Welton in mezzo al quartiere negro di Denver, desiderando di essere un negro, sentendo che quanto di meglio il mondo dei bianchi ci aveva offerto non conteneva abbastanza estasi per me, e neppure abbastanza vita, gioia, entusiasmo, oscurità, musica, né notte sufficiente. […] Desiderai di essere un messicano di Denver, o persino un povero giapponese stremato dal lavoro, tutto fuorché quel che tristemente ero, un “uomo bianco” disilluso.
Per di più, non mi era mai passato per la testa di innamorarmene. Una cosa…
Una ragazza vestita di bianco avanzava verso di me, pedalando lungo la strada in salita.L’alba in controluce permetteva di scorgere la sua silhouette sotto il vestito di cotone.I lunghi capelli color fieno ondeggiavano coprendole il volto.Rimasi immobile, guardandola avvicinarsi, come un imbecille durante un attacco di paralisi.La bicicletta si fermò a un paio di metri da me.I miei occhi, o la mia immaginazione, intuirono il contorno di due agili gambe che si posavano a terra.Risalii con lo sguardo il vestito che sembrava uscito da un quadro di Sorolla fino a imbattersi nei suoi occhi, di un grigio così profondo da poterci cadere dentro.Erano fissi su di me con un’espressione sarcastica.Sorrisi e feci la mia migliore faccia idiota.
Zero: “la prossima volta che ci vedremo, io ti ucciderò”.Yuki: “allora io continuerò a fuggire da te, Zero. Se l’esistenza di un nemico può essere la tua ragione per continuare a vivere”
Un vigliacco non è, nel migliore dei casi, che uno schiavo.