Susan Randall – Stati d’Animo
E non rimane silente il mio pensiero che vive nel pensiero dell’universo!
E non rimane silente il mio pensiero che vive nel pensiero dell’universo!
Erano sottili e ben strani, pensava, i collegamenti che si potevano stabilire tra cose in apparenza non connesse: dipinti, parole, ricordi, orrore. Sembrava che tutto il caos del mondo, disseminato in qualche modo sulla Terra dal capriccio di dèi ubriachi o imbecilli – una spiegazione valeva l’altra – o di spietate fatalità, potesse vedersi di colpo ordinato, trasformato in un insieme dalle proporzioni precise, sotto la chiave di un’immagine inaspettata, una parola detta per caso, un sentimento, un quadro contemplato insieme ad una donna morta dieci anni prima, ricordato adesso e ridipinto alla luce di una biografia diversa da quella di chi l’aveva concepito. Di uno sguardo che forse lo arricchiva e lo spiegava.
Ci siamo scordati come vivere. Hanno creato religioni per dividerci nell’anima. Hanno creato razze per dividerci nel fisico. Hanno creato confini per dividerci nello spazio. Stanno creando mostri per dividerci, nient’altro. Ci hanno insegnato a non fidarci, hanno alimentato le nostre paure tanto da definire nostro fratello uno straniero. Io sono nato sulla stessa terra, mi nutro della stessa aria e vivo della stessa vita.
Strada facendo capirai chi valeva la pena seguire e chi è stato bene lasciare dietro te!
Non cerco applausi né consensi da nessuno. La vita mi ha addestrata ad avere pazienza, a saper aspettare… il giusto e il meglio.
Non voglio piangere, non voglio sapere più niente di te, almeno per un po’, ma queste lacrime portano il tuo nome e, come coltelli affilati, lasciano cicatrici dietro di loro e dentro di me.
Il rispetto è finito nel momento in cui hai scambiato l’amore per una menzogna.