Chiara Garbuglia – Frasi d’Amore
Avrei potuto dirglielo con calma invece di sospirarglielo tra un bacio e un altro.
Avrei potuto dirglielo con calma invece di sospirarglielo tra un bacio e un altro.
Era bello stargli vicino, profumava. L’aria era buona e nulla sembrava andar male. Ero felice. Quando il destino ci voleva nella stessa stanza, a smezzarci pochi metri quadri, le pareti sembravano avvicinarsi, quasi a costringerci, ad imporci un abbraccio, che puntualmente arrivava. Le mani impazzivano. Ogni singolo centimetro di quel corpo, per me erano il ripasso di una materia della quale godevo nel farmi bocciare.Ero felice e nulla sembrava andar male, nulla a parte noi.
Si, lo facevo anch’io. Da ragazzina, quando messaggiavo le prime volte con il ragazzo che mi piaceva, alla fine dell’sms aggiungevo “Risp”. E, seduta sul letto, con il cellulare tra le dita, speravo rispettasse quella mia timida richiesta.
Il fatto è che era pienamente convinta che l’unico vestito che le sarebbe calzato a pennello, sarebbero stati quei due occhi addosso; e dal canto suo, lui non perdeva mai un attimo per farla sentire bellissima, vestita solo di quella sua attenzione.
Poteva inventarsi mille cose da fare, mettersi sui libri e ripetere, andare a correre, prendere un caffè con gli amici. Eppure la testa, la mente, il pensiero, andavano a lui. “Questa cosa piacerebbe anche a lui” “Due zollette, come piace a lui”. Era il pensiero primo tra mille altri pensieri secondari, era la canzone romantica che finalmente aveva un senso. Lui, la sua dolcezza e quella voce ormai erano singole molecole d’ossigeno, senza le quali non poteva più respirare. Era diventato “amore”, e lei di questa cosa iniziava a farsene una ragione.
Aveva amore dentro, impaziente amore. Lo sentiva sbattere su ogni sua parete, graffiare e dimenarsi. Era una furia, era tempeste: indomabile. Ma da quando c’era lui, da quando una voce, melodica e costante, esisteva e le parlava, quell’amore, sprovveduto di senno, impazzito, scalpitante, si era calmato. Aveva trovato in un corpo bello, irrimediabilmente bello, la pace dell’anima, la serenità trovata e presa quando lui le disse d’esser suo.
Erano esplosioni violente concentrate in pochi centimetri di distanza e altrettanti di profondità. La somma di muscoli e ossa, e sangue e nervi che altro non cercavano se non muscoli e ossa, e sangue e nervi. Avevano in comune le cose in comune, e diversamente dagli altri, anche quelle discordi. Erano carezze date da mani lisce e ruvide, erano esplosioni di cuori impossibili da soffocare.
Si perdono le istruzioni a volte, sapete? Non si sa più cosa fare. Solitamente ci restano in mano pezzi in più, viti e bulloni che non si sa dove nascondere. Io sono rimasta con dei pezzi in meno, e quelli non li danno indietro.
Lei era una quelle persone che se ti chiedeva “Come stai?”, voleva davvero la risposta sincera.
La risposta migliore che avrei potuto darti, mi viene in mente sempre una volta tornata a casa.
Parlo a voi senza censure come un ubriaco parla di sé ai passanti; molti continuano…
Il primo bacio non si scorda mai. Ricordo perfettamente d’aver creduto che volesse lavarmi l’esofago.
Se per caso stanotte senti il rumore di un bacio dato, sono io che nel…
Aspetto un tuo bacio con la stessa impazienza di una bimba che, con la mano…
Le confessioni di un ubriaco lacerano il cuore.Le parole sanno di vino, mentre i pensieri…
Credo nel latte e caffè la mattina, nella violenza di un bacio dato dalla disperazione,…
Credo nel contatto di due corpi nudi. Nello stupore successivo dell’avere ancora il suo profumo…