Gianluca Menegazzo – Morte
Il torpido dolo che hai lasciato nel mio cuore ancora riflette malinconia nonna, mai avrei creduto che potesse accadere e ancora ne soffro.
Il torpido dolo che hai lasciato nel mio cuore ancora riflette malinconia nonna, mai avrei creduto che potesse accadere e ancora ne soffro.
Vorrei che questa tecnologia così evoluta potesse mettermi ancora in contatto con voi nonni, non sentire più quel dolore che l’immensa perdita mi ha regalato.Per farvi sapere come sto che faccio con chi sono. Soffro, mi mancate.
Sognare di ritrovare una persona scomparsa a occhi aperti, o incontrare uno sconosciuto che somiglia alla persona amata perduta, regala una gioia infinita, purtroppo in entrambi i casi è impossibile confessare ogni mancanza.
Odo rumori distanti, odo urla, odo dolore. Come un attimo questi sono qui. Non me ne sono reso conto, sento la paura che corre come il vento tra di noi, forse alla fine di questo soffio di gloria non vedrò più molti occhi dei nostri: è stato tutto cosi veloce che non ho fatto neanche in tempo a dire addio.
Anche oggi il nostro campo di battaglia è qui, pronto, sporco, disordinato, pronto ad attendere con la morte al fiancho a chi dovrà accarezzare la testa.
Rivela la difficoltà della battaglia a chi ti comanda, ma non far vedere lui che questa difficoltà è data semplicemente dalla tua paura.
Non conosco il dolore della guerra, finche qualcuno non me lo racconta e leggo chiaramente il dolore che ha provato ogni momento soltanto leggendo i suoi occhi…
Amore, ho scritto infinite lettere per te da questa terra lontana, non te le ho mai spedite perché sono incomplete.Saranno pronte al mio ritorno con i miei occhi che scrutano i tuoi mentre le leggi.
Nel caos di ogni combattimento la cosa che più mi da forza è sapere che i miei camerati sono li per difendermi come farò per sempre io per loro.
Anche se non ci sei più o mio colonnello l’ardore dei tuoi occhi sarà sempre davanti i miei quando dovrò combattere per difendere la mia terra.
Mi hanno insegnato il rispetto del mio superiore, mi hanno insegnato il rispetto della mia arma e il disprezzo del nemico, il mio più grosso dilemma è capire fin dove questi limiti sono validi.
La pace è il più grosso obbiettivo che le armi, moderne, tecnologiche, si prefiggono.
Grandi tuoni si odono all’orizzonte, sono tiri di artiglieria verso di noi, sono nella mia buca, se nessuna supposta cade qui dentro anche oggi la mia dose di fortuna è stata con me a paro paro.
Non riesco a credere che un giorno questo campo di battaglia mi mancherà, che questo caos sarà solo un ricordo, e che il silenzio delle notti insonni saranno i punti salienti di questa mia gioventù in arme.
Oggi ci siamo addestrati, è stato duro, credevo di non andare avanti, di cadere, di cedere, ho stretto i denti, ho pensato che il destino dei miei figli, nipoti che crescono dipende da quando oggi do il meglio di me, e l’adrenalina ha preso il sopravvento nel sangue.
Perché in questo momento il mio cervello non pensa? Sono in attesa di partire, fremo, vedere i miei intorno cosi come me mi fa esser ancora più pronto, siamo una forza terribile, la morte passerà lontana da noi oggi altrimenti ce ne sarà anche per lei.
Combatteremo, e continueremo a farlo, sani gagliardi e fieri.