Giorgio Napolitano – Società
In un mondo interdipendente nessuno può più costruire muri, evitare il movimento delle persone e limitare la circolazione delle idee. Questo vale anche per l’idea che si debbano rispettare e proteggere i diritti umani.
In un mondo interdipendente nessuno può più costruire muri, evitare il movimento delle persone e limitare la circolazione delle idee. Questo vale anche per l’idea che si debbano rispettare e proteggere i diritti umani.
Deve esserci un esame di coscienza che non conosce coloriture e discriminanti politiche.
Dobbiamo bonificare il sottosuolo marcio e corrosivo della nostra società. E bisogna farlo insieme, società civile, Stato, forze politiche senza eccezione alcuna. Solo riacquisendo intangibili valori morali la politica potrà riguadagnare e vedere riconosciuta la sua funzione decisiva.
Se il giornalista è cieco vede solo le ombre. Se il giornalista non è cieco vedrà anche le luci.
Tante volte la religione è un fatto pubblico e l’impegno della Chiesa cattolica nella vita sociale è essenziale anche da un punto di vista della società civile.
Basta con i politici che hanno smania di TV.
Nel ’56 Giolitti e Nenni avevano ragione, e fu un errore del Pci non condannare quella repressione.
La crisi è sconvolgente, ma ne può uscire un’Italia più giusta.
Non posso sottrarmi a un’assunzione di responsabilità verso la nazione. Confido che vi corrisponda una analoga collettiva assunzione di responsabilità.
Servono grandi cambiamenti nella politica, il Parlamento riguadagni il suo ruolo.
Nessuno stato europeo può illudersi di contare solo sulle sue forze. Penso che Obama sia un presidente americano molto più aperto allo sviluppo dei rapporti con le nuove grandi potenze.
Non si attenti alla continuità del nuovo corso. Il governo ha annunciato una non breve serie di azioni di cambiamento, un tasso di volontà riformatrice che ha riscosso riconoscimenti e aperture di credito sul piano internazionale. Si è messo in atto un processo di cambiamento.
Dobbiamo bonificare il sottosuolo marcio e corrosivo della nostra società. E bisogna farlo insieme, società civile, Stato, forze politiche senza eccezione alcuna. Solo riacquisendo intangibili valori morali la politica potrà riguadagnare e vedere riconosciuta la sua funzione decisiva.
Deve esserci un esame di coscienza che non conosce coloriture e discriminanti politiche.
Il malessere è nella insufficiente tutela del lavoro, della vita sul lavoro. Questo è stato e rimane un mio assillo.
Non si può correre il rischio che i giovani si scoraggino. Non possiamo rischiare che non vedano la possibilità di realizzarsi, avere un’occupazione e una vita degna nel loro, nel nostro Paese.
L’emergenza resta grave e la fiducia rischia di essere oscurata perché non c’è futuro per l’Italia senza rigenerazione della politica e della fiducia nella politica.