Graziano Origa – Personaggi famosi
Io in discoteca salto un po’, ma preferisco ballare da solo; in discoteca mi confondo con gli altri.
Io in discoteca salto un po’, ma preferisco ballare da solo; in discoteca mi confondo con gli altri.
Per me sei sempre stata una ragazza nervosa a cui piacciono le bistecche alte. Credo che un giorno o l’altro ti chiederò la mano.
Ero convinto che il tuo hotel di New York fosse il Chelsea, nella ventitreesima, e non il St. Moritz. Il Chelsea è stato costruito nel 1833, lo so perché molte stars ci hanno passato le ultime ore della loro vita. Sid, il vizioso dei Sex pistols, lì dentro ci ha accoltellato la sua ragazza Nancy. Come minimo questo fatto è – veramente – eccentrico. Io e il mio compagno Joe andiamo ogni tanto a ‘verificare’ il Chelsea, ma poi è sempre una delusione e non ci uccide mai nessuno. Così finisce che andiamo al YMCA.
Beh – müller o gavi non è il punto – per trovare un po’ d’amore devo vedermi (anyway) un film “big dick big pussy”.
Marzo: in New York, per il St. Patrick’s Day, ero irlandese al mattino, greco al pomeriggio, turco la sera e… Google di notte.
Maggio: in New York, ero negro per il giorno di Martin Luther King e ho mangiato kielbasa, falafel, tacos, zeppole, baklava, knishes, ciambelle Dunkin Donuts. Sono ingrassato metro dopo metro e sono scoppiato per tutta Fifth Avenue. E (aiuto!) Mi hanno visto-visto Dolce & Gabbana. Erano lì.
Aprile: in New York, mi sono sono svegliato, ed ero la Sorpresa dentro un uovo di Pasqua dipinto, e siccome era primavera, mi hanno rotto nei Strawberry Fields del Central Park.
Luglio: in New York, per l’Indipendence Day ero un patriota. Ho ucciso qualcuno in Battery Park, ma più tardi sono morto io nel reparto mutande di Macy’s.
Giugno: in New York, ero la pizza di Sant’Antonio nella Annual Sagra di Little Italy e, cantando, mi hanno portato in processione, su e giù, per Cuffaro Avenue, dove c’è una Casa Sicilia. Poi (siccome sono andato bene) hanno detto che mi richiameranno per fare la Vergine di Pompei immersa nei gladioli.
Agosto: in New York, a ferragosto ero pallina al campionato di tennis usa Open. E David Letterman mi ha voluto la sera nel suo show, al Sullivan della 54esima.
Febbraio: in New York, per tutto l’ultimo week del mese, ho indossato la giacca di Veronesi, i pantaloni di Rubbia, gli occhiali di Dulbecco e il tono di voce di Margherita Hack. Così sono stato quattro invece di niente.
Gennaio: in New York, al Capodanno cinese di Chinatown ero – con il codino nevoso – il dragone che danza lungo tutta Broadway.
Quando vivo in Manhattan, dove mi chiamano Grazioso Deriga, il tempo è l’Hudson River, ed io l’acqua che scorre.
Dicembre: in New York, nella Città di vetro, al mattino ero candela accesa per Christmas in Rockfeller Center e fuoco d’artificio al pomeriggio. Ed è finita che, a mezzanotte, ero l’Anno Nuovo in Times Square. Puntualissimo.
Novembre: in New york, nel mese dell’Indian Summer, nella 42esima – dove ora c’è un Disney shop al posto di un peep – ero Snoopy al Thanksgiving Day nel Giorno del Ringraziamento. Ma il tacchino ha mangiato me.
Ottobre: in New York, ero caravella di Cristoforo, per il Columbus Day, e ho navigato per tutta Manhattan, gettando poi l’ancora nella Wall Street Sauna.
Settembre: per il mercatino del New York is Book Country, ero una illustrazione dentro il libro “Famous sweete little girls” e “Prince Valiant” in un comic book. Ma poi sono finito delfino, topino, rullino e fantino dentro tutte le pagine della Fiera del Libro di Greenwich.