Leonardo Omezzolli – Vita
Alla fine siamo voglia di essere, e pene e vagina; e la carne ha un valore. E poi il sentimento ha un prezzo. Lo paghiamo tutti i giorni. Poco per volta.
Alla fine siamo voglia di essere, e pene e vagina; e la carne ha un valore. E poi il sentimento ha un prezzo. Lo paghiamo tutti i giorni. Poco per volta.
“Dai al tempo il suo tempo” “Ci vuole tempo” “Col tempo arriverà la soluzione” “Lascia fare al tempo” “Dammi tempo” “Prenditi tempo” Tempo, tempo, tempo. Sono il solo che non vede più in là di oggi?
E poi ci son quelli che ti cacciano dalla loro vita e ti fan credere che sia tutta colpa tua, quando le tue braccia, sebbene non aperte, eran lungo i fianchi in attesa di capire, pronte ad accogliere.
C’è così tanta vita in questo piccolo mondo! Non sprechiamola.
Prendi l’energia della vita adesso! Non perché dopo è troppo tardi, ma perché è adesso che ne hai bisogno.
Ci si deve riappropriare del c’ero, ho visto, ho vissuto, ho combattuto, dimenticando la possibilità di vedere il tutto a posteriori in separata sede.
Che cosa stiamo cercando tutti noi? Io, nel mio essere, non lo so e proprio per questo prendo tutto quello che mi viene.
Voglio non fermarmi mai e passo dopo passo camminare per il mondo finché morte non sopraggiunga.
Come quando dopo un volo estenuante atterri e aperto il portello la forza del mare s’infrange su di te con quell’aroma di salsedine e di fresco, armonizzato dal suono squittente dei gabbiani che bisticciano con le voci calde e accese dalla passione dei pescatori che approdano all’imbrunire, e il caldo abbraccio del tepore. Ecco, è così che vorrei sentirmi.
Sto prendendo concezione di un mondo al di là di questo mondo e voglio esplorarlo. Attraversarlo in lungo e in largo, solcarne i mari e scalarne le vette, ma non riesco a scendere a compromessi col casellante: uno strano personaggio a forma di bottiglia. Mi sussurra che lui è la chiave per questo mondo. La nostra incomprensione è ambiguità logico-grammaticale. Non riusciamo a capire che funzione abbia questo “questo”.
Seduto su di una poltrona blu non ho visto altro che la superficiale strafottenza di essere parole e pensieri su carta contante. Si è persa l’importanza della libertà concettuale di esprimersi e dalle sue ceneri si erge altissima, nera torre, la nobilitante certificazione.
La gente mente di continuo; soprattutto quando è convinta di dire la verità.
Siamo insuccessi di accoppiamenti mal-funzionanti perché ci piace il capo blu che colmo di gioia, e mi compiaccio per lui, si colora di rosea felicità mentre imperterrito ruota su se stesso e ci saluta dall’oblò. Che gli idraulici facessero bene altro piuttosto che il loro lavoro è un dato di fatto, ma non credo si possa ridurre tutto a una lavatrice malfunzionante. Queste, poi, sono macchine di nuova generazione, troppo giovani per addossarsi una colpa di epocale importanza. A scanso di equivoci se una relazione si inceppa non chiamate un idraulico, cambiatela. Punto.
Che cos’è successo di così triste che continua a piovere.
Quando ci si sente soli ci si aggrappa a qualsiasi segno di approvazione innalzandolo sulla vetta dei desideri, sventolante stendardo del sogno di tutta una vita. “Fin da piccolo non volevo fare altro!” Quanta pena per avere ancora un poco di compagnia.
L’irriverenza è il braccio armato dell’indignazione.
L’alcool rilassa i pensieri e rende sopportabili i problemi. Problema: non si riesce a gestire la realtà.