Lucio Cappelli – Filosofia
La vita è una scacchiera sulla quale facciamo mosse giuste che ci gratificano e sbagliate che ci penalizzano.
La vita è una scacchiera sulla quale facciamo mosse giuste che ci gratificano e sbagliate che ci penalizzano.
Dobbiamo accettare gli altri come sono, ma non siamo obbligati a condividerli.
L’affetto per i familiari è uguale per tutti, ma con ognuno il rapporto è diverso e la stima è dettata dal comportamento.
Uno dei modi peggiori di vivere la vita è andare oltre le proprie possibilità.
Collega il presente con il passato e proiettalo nel futuro.
Quando si pensa e vede oltre, dove gli altri non arrivano, è un pregio e forse un vantaggio ma anche una grossa sofferenza.
Arriva un momento in cui ci accorgiamo che alcune cose non erano come pensavamo o ci hanno indotto a credere ma abbiamo già perso i collegamenti che contano.
Se a casa mia non posso fumare, non posso gridare, non posso sporcare, allora sono prigioniero in casa mia.
La libertà di ognuno finisce dove inizia quella dell’altro.
Spesso nei rapporti con gli altri ricordiamo sempre l’ultimo episodio negativo e dimentichiamo quelli positivi, inoltre non facciamo valutazioni globali.
Le manifestazioni esteriori non devono distrarci dalla riflessione sull’essenza degli avvenimenti.
Se hai una casa grande e non puoi pagarla, se hai un’auto potente e non puoi mantenerla, se hai tante cose belle e non puoi mangiare, a cosa servono tutte queste cose.
Quando parli con qualcuno ascoltalo fino alla fine del suo ragionamento, nel frattempo non pensare alla risposta, solo quando avrà finito rifletti qualche secondo e poi rispondi.
Il coraggio a volte è incoscienza, altre consapevolezza e altre ancora casualità.
Eri bambino ti ho sostenuto accettando i tuoi capricci, eri adolescente ti ho aiutato nei tuoi turbamenti, sei adulto ti offro comprensione; ma quando sarò vecchio cosa farai tu per me?
Chi, che cosa e per quale motivo i naturali cicli biologici degli esseri umani sono stati alterati!?
Siamo talmente attaccati alle cose terrene che ci preoccupiamo del nostro status anche dopo la morte.