Marco Alberici – Antichi aforismi
Vi è un contratto tacito od espresso da chi comanda e chi ubbidisce, dal quale non è lecito discostarsi senza nota per una parte di tirannia, e per l’altra di ribellione.
Vi è un contratto tacito od espresso da chi comanda e chi ubbidisce, dal quale non è lecito discostarsi senza nota per una parte di tirannia, e per l’altra di ribellione.
I vizi dell’umanità non sono meno nell’ordine delle cose che i fulmini e le tempeste.
L’affettar che fa taluno troppa sincerità nel discorso è un indizio quasi infallibile che egli ne ha poca nel cuore.
Una verità di riflesso non avrà mai tanta forza sul cuore umano come una verità di sentimento.
Non dovrebbe a rigor chiamarsi buono, se non chi potrebbe essere impunemente cattivo. La bontà sarebbe in allora più sincera.
Il piacere non tanto nasce dalla natura delle cose, quanto dal bisogno che abbiamo delle medesime.
Un uomo che non sia sensibile alla lode non sarà nemmen sensibile al biasimo.
Ciò che è contrario alla vera pietà non può mai essere utile alla politica.
Non vi aspettate mai nulla di grande da un uomo che non è suscettibile di grandi passioni.
Il temperamento e l’umore hanno più parte e non si crede nella vivacità e nella durata della passione.
Alcuna volta d’esser sincero e verace procede da una finta malizia per conciliarsi la confidenza altrui.
Certe passioni dell’animo sono come alcune ferite del corpo, e per quanta cura si prenda di guarirla mi resta sempre la cicatrice e sono sempre in pericolo di riaprirsi.
Non sarebbe forse nessun eroe, se gli mancasse la speranza di godere degli onori e dè vantaggi che accompagnano l’eroismo.
Il far servire le passioni umane al comun bene è l’uso migliore che la politica possa farne.
L’oggetto dell’educazione e di rendere il corpo più agile e più robusto, lo spirito più illuminato, e il cuore più virtuoso.
Nessuno ha inclinazioni tanto cattive, le quali ben dirette non possono produrre delle lodevoli virtù, né spirito così falso, che ben coltivato non posso dare dei utili talenti.
Comincia l’incredulità quasi sempre dalla corruzione del nostro cuore, cresce poi, e si fortifica per quella dello spirito.