Matteo Casella – Vita
Se percorri la tua strada e non scorgi nessuno, o sei troppo veloce o troppo lento, rifletti o rimarrai solo.
Se percorri la tua strada e non scorgi nessuno, o sei troppo veloce o troppo lento, rifletti o rimarrai solo.
Mi svegliavo, la sua mano, un sorriso. Ora ricordi, angoscia, solitudine.
Conosco la morte, a lei porto rispetto, a volte la sfido.
Ho stretto molte mani con calore, ma del mio immenso dolore solo pochi se ne sono ricordati.
Un alito di vento, un profumo, sta forse arrivando la primavera dentro al mio inverno?
Non piango sovente, quando capita non mi vergogno, perché, chi ha cuore capisce.
Vorrei poter andare nello spazio infinito, dove tutto ha avuto inizio, e dove tutto avrà fine.
La natura mi aiuta, ammiro la sua grandezza, la sua bellezza, adoro il suo silenzio, perché mitiga il rumore delle mie sofferenze.
Rieccomi, smarrito, con un turbine di pensieri, ripercorrere col pensiero le tappe della mia vita. A quale pro continuare, sono stanco, provato. Ho dato molto, in cambio solo briciole di vana speranza. L’orgoglio e qualche pia illusione mi hanno sostenuto. Ora solitudine e amarezza.
La vita mi ha colpito duro. Per continuare uso l’amore come medicina. Non spegnetemi questa la luce. Non toglietemi questo appiglio.
Pensieri pesanti come macigni bloccano la strada. Vivo alla giornata, immerso in un mondo che non mi appartiene più. Il cuore beffardo continua a battere, prolungando la mia agonia.
Un gusto amaro sancisce lo stato d’animo. Epilogo di una incolmabile voglia di vivere, dove manca da tempo il sorriso.
M’impongo di essere forte. Credo di essere forte. La realtà annienta. Vivo di fantasia.
Il dono della vita se ne va. I ricordi tagliano più delle spade. La fredda notte gela il caldo sole. Impotente subisci il destino.
Dono disponibilità e lealtà. Un sorriso, o una stretta di mano mi appagano. Sono un vecchio sognatore, in un mondo di arrivisti.
Tanti perché, poche risposte e intanto viene sera.
Mi piace ritornare con la mente a quando ero bambino, spaziare nei sogni gioiosi e spensierati. Mi vedo ora, provato da tanto dolore, con il viso sovente solcato da taglienti lacrime, ma ancora capace di sognare.