Michelangelo Da Pisa – Stati d’Animo
Il tempo passa e fa finta di non conoscermi.
Il tempo passa e fa finta di non conoscermi.
Anche la gente insensibile viaggia e arriva a destinazione, proprio come me, ma solo un animo sensibile riesce a catturare e godere delle immagini che scorrono velocemente da un finestrino. È così che vivo la mia vita, un’infinità di emozioni al rallentatore.
Non m’importa del tempo che passa di per sé, mi preoccupo piuttosto del tempo sprecato inseguendo ideali, progetti, persone. Mi preoccupo del tempo speso pronunciando parole rimaste inascoltate, scrivendo versi che nessuno ha letto, amando persone che mi hanno scavato l’animo. Non è che perda tempo, è il tempo che si è perso me.
Di tempo non ne ho quanto ne vorrei, ecco perché non chiedo che sia facile, ma che ne valga la pena.
Nella prossima vita voglio rinascere minerale non prezioso, giacere millenni sotto un angolo di cielo, incurante del tempo che scorre, della gente che corre.
Ho il lieve sospetto che non sia il mondo a girare al contrario. Che sia io ad aver intrapreso il viaggio contromano?
Non è che non ci provi a mettermi nei panni altrui, ma a volte l’arroganza mi veste troppo larga, la superficialità ha il cavallo troppo basso e per quanto mi sforzi, non riesco davvero a camminarci con l’ipocrisia tacco 14.
C’è un’abissale, inequivocabile, sostanziale differenza tra il trovare qualcuno con cui stare bene e il cercare qualcuno per stare bene.
Il pessimista di lunedì: “Che tristezza, già finito il weekend!” L’ottimista di lunedì: “Mancano solo cinque giorni al weekend!”
Tentare di applicare la logica a un sentimento è come sperare di vendere dell’acqua all’oktober fest.
La libertà assoluta non esiste, tuttavia puoi avere buon gusto nell’arredare le tue prigioni.
Sono imperfetto, lo so, ma giuro che mi impegno tanto per esserlo.
Non voglio inseguire con affanno la finta giovinezza presenziando locali alla moda, frequentando inutili comparse della mia vita, farmi fotografare esibendo sorrisi per il fotografo più annacquati dei mojito che sorseggio. A questa scelta contrappongo il calore di un rifugio domestico, un vecchio plaid sdrucito ad avvolgere i miei sogni, un film scadente del quale non vedrò il finale perché sceglierò di vestirmi di colei che amerò.
Sì, siamo d’accordo che non può piovere per sempre, ma quando ti stai bagnando l’ultima cosa a cui pensi è che prima o poi smetterà.
Certe volte non è importante avere una meta, quello che conta è prendere se stessi e partire, portar via il tuo corpo dalla normalità, salire in auto, nutrirti della musica che ami, vedere le strisce bianche sull’asfalto venirti incontro, osservare la vita che scorre velocemente da dietro un finestrino, andare senza mai arrivare.
L’ironia mi afferrò la mano destra, la fantasia la mano sinistra. Mi salvarono la vita.
Sono stanco dei punti di sospensione che mozzano un concetto, delle parentesi che spezzano una frase, dei silenzi che dovrei interpretare. I pensieri vanno colorati con parole, gesti, sguardi, non lanciati nel mucchio aspettando che qualcuno li interpreti.