Rosa Cassese – Uomini & Donne
Il gioco delle parti fa scambiare i ruoli: oggi, l’uomo è succube del volere femminile; la donna detta, impone, ma alla fine, se non “dispone” rimane sola!
Il gioco delle parti fa scambiare i ruoli: oggi, l’uomo è succube del volere femminile; la donna detta, impone, ma alla fine, se non “dispone” rimane sola!
Donna, sei l’essere perfetto e perfettibile; incorruttibile ma, sempre, voluttuosa; sei docile ed aggressiva; sei mamma e compagna; sei timida ed espansiva. Sei “quasi” Tutto…
L’uomo per attirare “la preda” finge e poi si ritrae; la donna è scaltra, ma dopo gli “anta” diventa credulona per appagare i “residui” di femminilità che sono ancora in lei.
Dubbi, paure, angosce sono “fantasmi” che ci portiamo appresso dalla nascita. A volte, incontriamo Angeli che ci aiutano a fugarli, altre volte Demoni che accrescono in noi, tali fobie. Per destreggiarsi, bisogna custodire gelosamente, nel cuore, il ricordo della “protezione” materna, come “antidoto”.
L’immensità del mare, ti può far “perdere”, tra le increspature delle sue onde; l’immensità del cuore ti può far “ritrovare”.
Nord e Sud solita tiritera: Nord industrializzato, Sud sottosviluppato; nordisti puliti, sudisti sporchi. È ora di finirla, sfruttando il pregiudizio a danno di chi, ogni giorno, fatica non solo, per sopravvivere ma, per mantenere i contatti con la sua realtà.
La società è sempre più diffidente e deludente; prima ti “cerca”, ti vuole, come il pane. Quando ha mangiato fino all’ultima briciola, del tuo “sapere” ti scarica come un Barile: al porto!
Sotto un cielo azzurro si nascondono stelle; sotto il “cuore” di una donna si nascondono tante “amarezze” del vivere, mascherate dal sorriso!
Sapersi accontentare è un po’ come volare… pensando di aver raggiunto il sogno!
Il dispiacere amoroso avvilisce, e stordisce l’animo al punto da riportarla al sublime del reale!
Scrivere poesie è una responsabilità: per capacità, comunicabilità, regole da seguire, cuori da “inondare”, menti da placare… Spesso, il poeta è solo, nel suo dolore, nel suo amore, nella sua enfasi consolatoria.
La paura si dice è dei codardi; a volte, può essere dei coraggiosi, quando si azzarda una storia amorosa, priva di scampo.
“Ricicliamo” i sentimenti, lo spirito, alleniamoci al pensiero che nessuno è indenne dalle sventure e votiamo “La Legge del Cuore”, dicendo basta alla barbarie della pena di Morte, per mano di un altro uomo… impietoso!
Sono sempre infelice, insoddisfatta, vedo scorrere gli anni più ruggenti senza Amore e senza Odio. Mi butto a capofitto nel lavoro e qui ottengo ambiti riconoscimenti per il mio operare dai vari presidi con cui ho occasione di lavorare nelle diverse scuole in cui insegno, facendo sempre il mio dovere ed esigendo dagli alunni, col sorriso sulle labbra. Anche la salute tranne qualche vertigine dovuta agli sbalzi del clima montano, sembra andare a gonfie vele… Un pomeriggio di sabato, mentre sdraiata leggo alcuni passi dal Fuoco di d’Annunzio, sento suonare il campanello, guardo dall'”occhio” di sicurezza, e mentre sto per “sganciare” la catenella vedo comparire un giovanotto che ha l’aria stanca e trasandata di chi ha fatto tanta strada. Non guardai subito i suoi abiti dimessi ma osservai i suoi occhi e la sua bocca carnosa. Aveva i lineamenti dolci ma nello stesso tempo virili…
Insegnavo a Bolzano per cui dovevo viaggiare in continuazione, dovevo impegnare dei soldi che scarseggiavano prima di ricevere il “primo” stipendio. Dopo un mese di permanenza presso questi parenti, ricevendo finalmente la busta paga della cifra di 145 mila lire, comincio a fare progetti e sogni. Mi metto di nuovo alla ricerca minuziosa di una camera o un mini-appartamento e finalmente riesco a trovare una degna sistemazione presso una signora, di origini veronesi, a Laives; in questa misera ma confortevole stanza, comincio a sentirmi, come è giusto che sia, libera di sognare, respirare, vivere, mangiare quello che mi piace, quando e come voglio, senza centellinare ed aspettare che te lo mettessero quasi in mano (per il mio modo di essere)…
Ciao olivo sacro, albero secolare, ispiratore per vati o meno… basta vederti maestoso e si ha timore di guardarti e vederti per non offendere la tua atavica bellezza e sacralità.
Dolcezza rima con pacatezza.