Ugo Foscolo – Vita
Io non so né perché venni al mondo, né come, né cosa sia il mondo, né cosa io stesso sia. E s’io corro ad investigarlo, mi ritorno confuso d’una ignoranza sempre più spaventosa.
Io non so né perché venni al mondo, né come, né cosa sia il mondo, né cosa io stesso sia. E s’io corro ad investigarlo, mi ritorno confuso d’una ignoranza sempre più spaventosa.
Lo spettacolo della bellezza basta forse ad addormentare in noi tristi mortali tutti i dolori?
In tutti i paesi ho veduto gli uomini sempre di tre sorte: i pochi che comandano; l’universalità che serve; e i molti che brigano.
Venti anni addietro sì fatti ingegni si rimanevano inerti ed assiderati nel sopore universale d’Italia: ma i tempi d’oggi hanno ridestato in essi le virili e natie loro passioni; ed essi hanno acquistato tal tempra che spezzarli puoi, piegarli non mai.
La noia proviene o da debolissima coscienza dell’esistenza nostra, per cui non ci sentiamo capaci di agire o da coscienza eccessiva, per cui vediamo di non poter agire quanto vorremmo.
Io non odio persona alcuna, ma vi sono uomini ch’io ho bisogno di vedere soltanto da lontano.
Negli uomini pubblici l’amicizia è o interessata o falsa, e sempre corta.
Non ci sono errori, ma opportunità per conoscere le cose.
Buono, esatto, paziente! E niente altro? Possedesse queste doti con angelica perfezione, s’egli avrà il cuore sempre così morto, e quella faccia magistrale non animata mai né dal sorriso dell’allegria, né dal dolce silenzio della pietà, sarà per me un di què rosai senza fiori, che mi fanno temere le spine.
Non è vile quell’uomo che è travolto dal corso irresistibile di una fiumana, bensì chi ha le forze da salvarsi e non le adopra.
Goditi il mondo com’è, e tu vivrai più riposato e men pazzo.
Le nostre passioni non sono in fine del conto che gli effetti delle nostre illusioni.
L’esperienza è come il medico che arriva tardi.
Una parte di uomini opera senza pensare,una parte pensa senza operare,pochi operano dopo aver pensato.
Facciamo tesoro di ricordi cari e soavi i quali ci destino, negli anni che ancora lunghi e tormentati ci avanzano, le memorie che non siamo sempre vissuti nel dolore.
Quaggiù la povertà è vergogna che nessun merito lava.
Chi ripiglia lo scettro per forza d’armi straniere, non sarà mai temuto da chi l’aiutò, ne rispettato da chi gli deve ubbidire.