Virginia Woolf – Vita
La vita é un sogno dal quale ci si sveglia morendo.
La vita é un sogno dal quale ci si sveglia morendo.
In solitudine, prestiamo un’attenzione appassionata alla nostra vita, ai nostri ricordi, ai dettagli che ci circondano.
La bellezza del mondo ha due tagli, uno di gioia, l’altro d’angoscia, e taglia in due il cuore.
Non c’è cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente.
Nell’ozio, nei sogni, la verità sommersa viene qualche volta a galla.
Una donna deve avere soldi e una stanza suoi propri, se vuole scrivere romanzi.
Perché le donne sono tanto più interessanti per gli uomini che gli uomini per le donne?
Quella donna dunque, nata nel cinquecento con il dono della poesia, era una donna infelice, una donna in lotta con se stessa. Tutte le condizioni della sua vita, tutti i suoi istinti, erano ostili a quello stato d’animo che è tuttavia indispensabile, se si vuole esprimere liberamente ciò che si ha nel cervello.
Chi può misurare il fervore e la violenza del cuore di un poeta quando questo si trova prigioniero e intrappolato nel corpo di una donna?
L’aspetto individuale, ciò che ci rende riconoscibili, in verità è un fatto puerile. Al di sotto, tutto è buio, deformato, insondabilmente profondo; ogni tanto riaffioriamo in superficie, e così veniamo riconosciuti.
Amo le frasi che non si sposterebbero di un millimetro neanche se le traversasse un esercito.
È proprio vero che la poesia è deliziosa, infatti la prosa migliore è piena di poesia.
Perché una volta che il male di leggere si è impadronito dell’organismo, lo indebolisce tanto da farne facile preda dell’altro flagello, che si annida nel calamaio e che suppura nella penna.
L’umorismo è la prima qualità che va perduta in una lingua straniera.
Talvolta penso che il paradiso sia leggere continuamente, senza fine.
Nella morte c’è un abbraccio.
Senza nessun bisogno di affrettarsi. Nessun bisogno di mandare scintille. Nessun bisogno di essere altri che se stessi.