Voltaire (François Marie Arouet) – Religione
Di tutte le religioni, quella cristiana è senza dubbio quella che dovrebbe ispirare più tolleranza, sebbene fino ad ora i cristiani siano stati i più intolleranti tra gli uomini.
Di tutte le religioni, quella cristiana è senza dubbio quella che dovrebbe ispirare più tolleranza, sebbene fino ad ora i cristiani siano stati i più intolleranti tra gli uomini.
Se Dio non esistesse, bisognerebbe inventarlo.
Una patria è un composto di più famiglie; e come di solito si sostiene la propria famiglia per amor proprio, quando non si abbia un interesse contrario, così per lo stesso amor proprio si sostiene la propria città o il proprio villaggio che si chiama patria. Più questa patria ingrandisce e meno la si ama, poiché l’amore suddiviso si indebolisce. È impossibile amare teneramente una famiglia troppo numerosa che si conosce appena.
I tiranni hanno sempre una qualche sfumatura di virtù; supportano le leggi, prima di distruggerle.
Io posseggo una dignità e una potenza, che l’ignoranza e la credulità mi hanno procurata, io cammino sulle teste degli uomini prosternati ai miei piedi; se essi si rialzano e mi guardano in faccia io sono perduto. Bisogna dunque che io li tenga curvi a terra con catene di ferro.
Vi scrivo una lunga lettera perché non ho tempo di scriverne una breve.
Ai vivi si deve del rispetto: ai morti non si deve altro che la verità.
Uccidere è proibito, quindi tutti gli assassini vengono puniti, a meno che non uccidano su larga scala e al suono delle trombe.
L’arte della medicina consiste nel divertire il paziente mentre la natura cura la malattia.
Il divorzio risale probabilmente alla stessa epoca del matrimonio. Ritengo, comunque, che il matrimonio sia piu antico di qualche settimana.
Il pubblico è una bestia feroce: bisogna incatenarlo oppure fuggire.
Bisogna essere dei grandi ignoranti per rispondere a tutto quanto ci viene richiesto.
Gli sciocchi ammirano ogni parola d’un autore famoso, io leggo per me solo, e mi piace soltanto quello che fa per me.
“Oh, ecco un Cicerone – dice Candido – io credo che vostr’eccellenza non lascerà punto di leggere cotesto grand’uomo”. “Io non lo leggo mai – risponde il Veneziano – che m’importa ch’egli abbia difeso la causa di Rabirio o di Cluenzio? Ne ho d’avanzo dè processi da giudicare; mi sarei adattato a leggere le sue opere filosofiche, ma quando mi son accorto che ei dubitava di tutto, ho concluso che io ne sapeva quanto lui, e che non avevo bisogno d’alcuno per essere ignorante”.
Il lavoro allontana da noi tre grandi mali: la noia, il vizio e il bisogno.
La carestia, la peste e la guerra sono i tre più famosi ingredienti di questo basso mondo. Ma la guerra, che riunisce tutti questi doni, ci viene dall’inventiva di tre o quattrocento persone sparse sulla superficie del globo sotto il nome di principi o di governanti.
Tutti i vizi di tutte le età e di tutti i paesi del globo riuniti assieme, non eguaglieranno mai i peccati che provoca una sola campagna di guerra.