Tempi Moderni

Francesca Zangrandi – Tempi Moderni

Delle ragazze hanno picchiato una ragazza fino a mandarla all’ospedale. Quasi ogni giorno nella mia scuola ci sono ragazzi e ragazze che si picchiano.Stiamo mandando un messaggio, un messaggio al mondo in cui diciamo che ci manca qualcosa.Parlavo con le mie amiche dell’accaduto e loro dicevano che sono stupide e anche vigliacche.Ma io so che non siete stupide. Le generazioni stanno divenendo sempre più intelligenti.ma allora perché agiscono così?State gridando qualcosa ma il mondo non ascolta, è troppo indaffarato a fare altro.Nessuno si domanda il motivo della vostra rabbia, e sapete perché?Perché non ce lo hanno mai insegnato.Ci hanno insegnato che se un ragazzo risponde male alla madre è maleducato e non che se lo fa è perché soffre.Ci hanno insegnato a vedere il bianco e il nero e non le sfumature.Ci hanno insegnato l’apparenza e non l’essenza. La società con i suoi modelli ti insegna questo… ti insegna la buccia delle cose.Le cose che non ci insegna vanno oltre alla superficie. Non ci insegnano a domandarci i perché delle nostre azioni.Non ci insegnano a guardarci dentro, ad avere più autostima, a trovare il motivo del nostro malessere, della nostra rabbia.Chi non ha la fortuna di avere genitori o persone accanto in gamba cresce col fai da te.Puoi essere intelligente, ma chi ti dice come fare a convivere con il tuo dolore? Quando anche chi ha amici e genitori fa fatica?Ed è qua che nasce la storia.Quei ragazzi stanno mandando un messaggio io lo ho sentito e ve lo invio.Un messaggio dove chiediamo valori, non più cose materiali.Un messaggio dove chiediamo un cambiamento.Dove chiediamo attenzione.Ascoltate una volta per tutte perché noi siamo persi e sembra che nessuno di voi abbia voglia di imprestarci una bussola…

Oscar Wilde – Tempi Moderni

Uno dopo l’altro si alzano i sottili veli di grazia scura, e a grado a grado le cose si vedono restituire le loro forme e i loro colori, e vediamo l’alba rifare il mondo nel suo disegno antico. Gli esangui specchi risplendono la loro vita imitativa. Le candele spente stanno in piedi là dove le abbiamo lasciate, e accanto a loro giace il libro semisfogliato che stavamo studiando, o il fiore con un filo di metallo per gambo che abbiamo portato al ballo, o la lettera che non abbiamo avuto il coraggio di leggere, o che abbiamo letto troppo spesso. Nulla ci sembra mutato. Dalle ombre irreali della notte ritorna la vita reale che ben conosciamo. Dobbiamo riprenderla là dove abbiamo smesso, ed ecco che si impossessa di noi il terribile senso della necessità di continuare a spendere la nostra energia nella stessa noiosa routine di abitudini stereotipate, o forse il selvaggio desiderio di poter aprire i nostri occhi su un mondo rinnovellatosi nella tenebra per il nostro piacere, un mondo in cui le cose abbiano forme e colori nuovi, e sia mutato, o abbia altri segreti, un mondo in cui il passato abbia poco o nessun posto.