Giambattista Vico – Verità e Menzogna
Le cose fuori del loro stato naturale né vi si adagiano né vi durano.
Le cose fuori del loro stato naturale né vi si adagiano né vi durano.
Spesso è assai difficile dire, nel caso concreto, dove termini la forza di carattere e cominci la testardaggine.
Poichè il talento e il genio agiscono all’infuori delle leggi la teoria, si trasformano nell’antitesi della realtà.
L’astuzia più grande è non averne affatto.
Le parole non definite possiedono un fascino che manca alle parole il cui significato è chiaro.
La più formidabile arma dell’ignoranza: la diffusione di materiale stampato.
La principale attrattiva del servizio militare è consistita e consisterà in questa obbligata e irreprensibile pigrizia.
L’unico vero giudice della verità è il tempo.
La sensazione di essere soli può essere vinta soltanto da quelli che sanno sopportare la solitudine.
Ho trentaquattro facce. Oppure trentasei?Chi mi conosce?Scompaio come l’anima invisibile, sguscio tra le mani.Il mio mondo è l’immortalità, perché sguscerò via anche dalle mani della morte.Essa non conosce il mio volto.Non riuscirebbe a vedere quello vero neanche se mi sorprendesse a casa da solo.
La conversazione sarebbe assai migliorata dall’uso costante di due parole: non so.
Il mentitore dovrebbe tener presente che per essere creduto non bisogna dire che le menzogne necessarie.
Colui che di turpe frode una volta si macchiò, anche se dice il vero non è più creduto.
La verità è l’orgoglio dell’altra gente.
Le verità che più ci importano vengono sempre dette a mezza bocca.
Troppa verità è cruda.
Ciò che il volgo chiama tempo perso è spesso tempo guadagnato.