William Saroyan – Morte
Ognuno deve morire, è vero, ma io ho sempre pensato che sarebbe stata fatta un’eccezione nel mio caso. E ora, che succede?
Ognuno deve morire, è vero, ma io ho sempre pensato che sarebbe stata fatta un’eccezione nel mio caso. E ora, che succede?
La vita e la morte viaggiano su due binari paralleli, al bivio si congiungono e un binario muore.
Tagliate l’albero e stroncate i suoi rami: scuotete le foglie, disperdetene i frutti: fuggano le bestie di sotto e gli uccelli dai suoi rami. Lasciate però nella terra il ceppo con le radici, legato con catene di ferro e di bronzo fra l’erba della campagna. Sia bagnato dalla rugiada del cielo e la sua sorte sia insieme con le bestie sui prati.Si muti il suo cuore e invece di un cuore umano gli sia dato un cuore di bestia: sette tempi passeranno su di lui.Così è deciso per sentenza dei vigilanti e secondo la parola dei santi.
Dopo aver visto decine di morti ammazzati, imbrattati del loro sangue che si mescola allo sporco, esalanti odori nauseabondi, guardati con curiosità o indifferenza professionale, scansati come rifiuti pericolosi o commentati da urla convulse, ne ho ricavato una sola certezza, un pensiero tanto elementare che rasenta l’idiozia: la morte fa schifo.
Intanto finché il Fato lo consente, stiamo uniti nell’amore: presto verrà la Morte con il capo coperto di tenebre.
E qui, fra tanta ipocrisia, decido di morire prima che questa decida di uccidermi.
Se non fosse la morte, quasi non sarebbe poesia nella vita.