William Shakespeare – Abitudine
La dolcezza divenuta ordinaria perde il suo grato calore.
La dolcezza divenuta ordinaria perde il suo grato calore.
Le specie animali e vegetali alla luce del sole, nel buio della foresta godono di libertà – non hanno colpa – il figlio della colpa ne fa strage. Come pesa il tempo!
Dagli occhi delle donne derivo la mia dottrina: essi brillano ancora del vero fuoco di Prometeo, sono i libri, le arti, le accademie, che mostrano, contengono e nutrono il mondo.
Esiliata lontano da lei, dolce rassicurante amante della lenta vita che scorre. Fiore da aprire, ma mai con sorpresa, il suo odore addormenta ma non inebria. Se tornasse nei miei giorni, forse mi sentirei a casa, ritroverei il viso a cui regalare un sorriso. Rimpiango un’azione prevedibile, un abbraccio conosciuto sin troppo bene. Il tempo mi allontana da questo stato e lamento la sua mancanza come una vedova che in cuor suo sa bene che il tempo non cura ma squarcia forte la sua ferita immortale.
È la forza dell’abitudine, o tante volte solo il tuo menefreghismo?
Toccami il cuore, se ne sei capace. Le tette le sanno toccare tutti.
Se pur sia bello l’amore ch’è implorato, assai più bello è quell’amore che si concede…