Antonio Giovannangelo – Morte
“È la vita” mi hanno detto così. No cazzo, perché non si può morire di un tumore.
“È la vita” mi hanno detto così. No cazzo, perché non si può morire di un tumore.
Anch’io così, se egual destino m’è preparato, giaccerà morto, ma adesso voglio aver nobil gloria.
Nella vita c’è la morte… Oltre la morte c’è ancora la vita.
Parole che giungono al cuore facendolo sanguinare, prostrato agli accadimenti passati, ma con la radiosa speranza di bellissimi momenti futuri. Il cerchio si chiude nell’attesa della nuova resurrezione, così com’è per le stagioni che sottomettono la natura ma che l’accarezzano con i loro contributi d’amore per spalancare le porte del cuore ad un tempo migliore!
Il mondo non finirà con un grido di dolore, ma con un piagnisteo.
È incredibile come siano sempre i piccoli uomini a rendere il mondo così grande.
Non gridò. Cadde dolcemente come cade un albero. Non fece neppure rumore sulla sabbia.