Angela Cicolari – Morte
Oh Cristo, cosa hai portato all’interno della matrice di tuo Padre?
Oh Cristo, cosa hai portato all’interno della matrice di tuo Padre?
Non penso che Dio abbia alzato la sua mano con ira contro di me perché…
Questa è l’inevitabile matematica della tragedia, la moltiplicazione del dolore. Troppe brave persone muoiono un po’ quando perdono coloro che amano. Una morte può generarne due, venti o cento. È così ovunque.
Almeno una volta nella vita ci si ritrova a dover scegliere tra due possibilità, tra due risposte. Solitamente quella giusta è la terza.
Immettere lo spirito di un colpevole nel flusso del Cosmo, segue una natura preordinata perché la struttura si sostenga in un equilibrio. Ma immettere uno spirito perché si vuole raddoppiare l’energia che fa ruotare i pianeti, crescere le piante, fa girare gli atomi nel loro ciclo, per rendere illimitata e generosa la luce, l’energia nucleare dei soli e delle galassie, raggiungere la bellezza eterna estirpata ed estratta dall’essere, nel tempo, non prende in esame i veri effetti e la loro portata. Salvare i suoi figli e servi e l’angelo sua moglie, lo sta portando in qualcosa di peggiore di qualsiasi incubo, che può rimandare ma non evitare. Cercare di vivere presuppone saggezza, cercare l’immortalità ne presuppone molta di più, l’astuzia non basta. Chi si sente superiore alle forze che sostengono l’universo condanna chi lo segue e anche chi capisce dove sta per condurre la vita. Quella di questa realtà, ma anche delle altre, chi la vive, e anche chi la crea, che nella luce raddoppiata crolleranno rovinosamente come una costruzione di carte impilate generate ognuna con un pezzo di Mondo violentato e consumato, struttura in rovina, di cui non resterà niente, nemmeno il suo creatore. Io potrò magari godermi lo spettacolo, senza partecipare, perché come ben sa, ne sono fuori. Il destino ha un senso dell’umorismo fantastico. Si può scegliere di lamentarsi e guerreggiarlo, perché “il destino non sa chi sono io!” O vedere che porta soltanto nel luogo per cui si ha combattuto, mentito, abusato dell’autorità, ucciso e vinto per poter ottenere quello che si voleva.
L’anima sopravvive alla morte, l’anima è eterna.Io vorrei essere come l’anima.
La frase contiene espressioni adatte ad un solo pubblico adulto.Per leggerla comunque clicca qui.