Angela Cicolari – Solidarietà
Quando per la vita non esistono più speranze, quello che può fare un vero uomo è tirarsi su i calzoni e continuare a lottare fino alla fine.
Quando per la vita non esistono più speranze, quello che può fare un vero uomo è tirarsi su i calzoni e continuare a lottare fino alla fine.
L’amore per gli altri è proporzionato al bene che doniamo loro.
Ho dedicato tempo a chi forse non lo meritava. Ho dedicato sonno a chi avrebbe dovuto farmi dormire tranquillo. Ho dedicato parole a chi non le ha mai ascoltate. Ho dedicato amore a chi lo ha usato e poi gettato. Ho donato il cuore in ogni mia dedica e mai me ne sono pentito.
Avvisate i laici figli della rivoluzione francese: la solidarietà non è fraternità, poiché non presuppone un genitore comune, alcun legame di sangue, nessun “primus inter pares”.
Meglio l’inferno onesto che il paradiso del male.
Qualsiasi genere di dolore patito da un essere innocuo e di piccole dimensioni, appare sempre smisurato.
L’universo è un immenso organismo vivente, la storia è la sua linfa, i mattoni della strada. Se ci fosse una zona in cui si sono sviluppate delle cellule cancerose di solito la cura è una sola, la chemioterapia, che si potrebbe paragonare ad una guerra. Dolorosa, crudele, insensata in quei termini di distruggere i cattivi insieme ai buoni, ma l’unica via. Se si evita, quella zona infetta crescerà fino alla morte di tutto il corpo, in questo caso il cosmo. E quando succederà che l’uomo raggiungerà le stelle e conoscerà altre razze, perché è una questione di tempo, porterà questa zona infetta con sé, estendendo le cellule malate, che si credono sane, inglobando quelle sane, che giudicheranno malate per poi infettarle. Anche se sarà una zona circostritta paragonata all’universo, milioni o forse miliardi di anni luce, il corpo intero morirà. Insieme all’infezione, ma anche a quelle zone pulite, usate per moltiplicare il male e migliorarne le apparenze. Quando tutto si sarà spento, e niente resterà per ricrearlo, nel nulla contrario al costruire, forse una ragione ci sarà. L’estinzione di un organismo nato dalla morte, è il risultato di quelle fredde leggi matematiche che girano e poi si ripetono obbedendo sempre al loro principio, mutano la vita ma mai loro stesse. Tutto ne è regolato, anche chi crede di evitarle ne è guidato, più degli altri, o di chi pensa di sfuggire al proprio male e al destino indossando il bene di un altro. Lascio volentieri il tentativo ad altri, nel loro menù a causa di un desiderio spirituale di… cannarsi.