Neri Marcorè – Televisione
Per sopravvivere in televisione senza diventare l’imitazione di sé stessi occorre un solido senso della misura, il coraggio di sparire ogni tanto.
Per sopravvivere in televisione senza diventare l’imitazione di sé stessi occorre un solido senso della misura, il coraggio di sparire ogni tanto.
Gli italiani non sono un popolo rivoltoso, ma non togliete loro la televisione!
La tv vista da questa parte dello schermo non è poi così malvagia come sembra: proietta solo la vita là fuori, è buona o cattiva né più né meno del mondo reale. È la più grande opportunità offerta dalla tecnologia moderna di osservarci per come realmente siamo.
Recitare è essere reali, onesti il pubblico non ti ama o non si identifica in te solo perché hai un bel viso o un bel corpo…
È difficile fare un documentario televisivo che sia incisivo ed approfondito, quando ogni dodici minuti viene interrotto da conigli ballerini che decantano una carta igienica.
Squallido sciacallaggio televisivo, la tv induce le masse a scagliarsi contro le tragedie, a dividere le persone tra colpevolisti e innocentisti! Perché tolleriamo ad un cardiopatico l’infarto, ad un alcoliozzato la cirrosi, ad un non vedente compassione,e giudichiamo imperdonabile, improrogabile il comportamento di una donna che ha problemi mentali? Con feroce cinismo sfamiamo la nostra torbida curiosità, aspettando la prova regina. In verità assistiamo con malata passione a questo drammacome un romano seduto in un circo che aspetta la bestia che uccida il gladiatore! Io non giustifico nessuno, ma nessuno può erigersi giudice su misfatti scaturiti dal complesso e imperscrutabile comportamente del cervello! Che Dio ci aiuti ad essere perspicaci, e compassionevoli!
Quando la vita ti obbliga ad avere a che fare con una massa di ipocriti, conviene mettersi il cuore in pace e prendere la vita come gioco.