Marcella Santoro – Tristezza
Quando ti rendi conto, che il dolore è più forte dell’amore, è arrivato il momento di porre la parola “fine”.
Quando ti rendi conto, che il dolore è più forte dell’amore, è arrivato il momento di porre la parola “fine”.
Vorrei capire dove vive la felicità, vorrei chiederle perché da me non viene mai e che cosa ho fatti di male per non meritarmi da lei anche un minimo di considerazione.
Lasciami! Lasciami! Io son troppo puro per te, non mi toccare! Non era proprio ora divenuto perfetto il mio mondo? La mia pelle è troppo pura per le tue mani! Lasciami! Stupido, balordo ottuso d’un giorno. Non è la mezzanotte più chiara? I signori della terra devono essere i più puri, i più sconosciuti, i più forti, le anime di mezzanotte sono più chiare e profonde di qualunque giorno. O giorno, tu brancichi verso di me! Cerchi a tastoni la mia felicità. Son per te ricco, solitario, un tesoro solitario, una camera dei forzieri? O mondo, tu vuoi me? Son io per te montano? Son per te spirituale? Son per te divino? Ma giorno e mondo, voi siete troppo goffi, abbiate mani più accorte, tendetele verso una più profonda felicità, verso una più profonda infelicità, tendetele verso qualche Dio. Non tendetele verso di me. La mia infelicità, la mia felicità, è profonda, o giorno bizzarro. Ma io non sono un Dio, non l’inferno di un Dio, profondo è il suo dolore.
Le cose brutte accadono nella vita e le persone ti feriscono. Ma tu non puoi usare questo come una scusa per ferire gli altri.
La mancanza non compensa la lontananza.
Piangerei, se avessi ancora lacrime per farlo.
Vorrei piangere ma le lacrime, come lame di cristallo, feriscono il mio orgoglio.