Adolfo Coppola – Tristezza
Chi è infelice di natura, sarà sempre un portatore sano di infelicità.
Chi è infelice di natura, sarà sempre un portatore sano di infelicità.
Tutti si accorgono se cambi taglio di capelli, nessuno se si spegne la luce degli occhi.
Quando l’uomo vive nell’oscurità non è più padrone di se stesso.
Il dolore non percorre le rughe ma le accentua. Il dolore spegne il sorriso, trascinando inesorabilmente gli angoli della bocca verso il basso, incurva le spalle, contrae lo stomaco, irrigidisce gli arti. Ti sembra di morire, insomma. Il punto è che non muori. Continui ad andare avanti, abituandoti perfino a questa condizione. Ci si abitua talmente tanto da correre il rischio di non saper riconoscere poi i pochi momenti di felicità che ci capiterà di sicuro di vivere nuovamente. Non vivi, sopravvivi. E la cosa buffa, se così vogliamo definirla, è che molto spesso l’artefice del nostro dolore è paradossalmente lo stesso che potrebbe guarirlo. Ma quasi mai lo fa.
Perché sto pagando per un peccato che non ho commesso?
Le ferite che fanno più male sono quelle procurate da chi amiamo.
Guardo una rosa fiorita sulla sconfinata landa nevosa del silenzio.