Teresa D’Auria – Abbandonare
Quando ti perdi nel labirinto delle cose perdute trovi l’inciampo del distacco. Lasciare andare le cose che non ti appartengono più diventa un sacrificio dell’anima che devi affrontare per guardare oltre…!
Quando ti perdi nel labirinto delle cose perdute trovi l’inciampo del distacco. Lasciare andare le cose che non ti appartengono più diventa un sacrificio dell’anima che devi affrontare per guardare oltre…!
Continuo a scrivere pagine e pagine, forse ho trovato il modo di sentirmi meglio, sfogare…
Chi lascia finge di stare male, ma dopo pochi giorni recupera il sorriso, il suo cuore si libera da un peso enorme e ricomincia a vivere con tutta la spensieratezza possibile.Chi invece ne paga le conseguenze è sempre e solamente chi subisce l’abbandono, e continua a vivere nella speranza che possa recuperare l’amore dell’altro. Bisogna invece trovare la forza di andare avanti e pensare che non vale la pena soffrire per chi non ha compreso, apprezzato e protetto il nostro amore, trattandolo come fosse “cosa da poco”, un superfluo di cui poter fare a meno, o addirittura una soffocante nebbia grigia dalla quale fuggire.Ogni amore finito ci lascia dentro ricordi ed esperienza e ci arricchisce nonostante la sua fine possa farci stare male. Lasciamolo dunque andare via, senza odio ne rancore e guardiamo al futuro, perché con la giusta predisposizione d’animo arriverà un sole ben più luminoso a colpire i nostri occhi.
Vorrei potermi addormentare e svegliarmi tra tre mesi. Tra tre mesi sicuramente tutto sarà diverso: il cielo si sarà abbassato, le stelle si potranno raccogliere e tu mi amerai di nuovo.
Sto cercando di toglierti dal mio cuore, sto cercando di toglierti dalla mia mente.Perché so…
Nella mia vita sei stata il mio cielo che mi permetteva di guardare avanti di giorno in giorno, eri la mia stella più preziosa e più luminosa che avevo e che mi dava la speranza di sognare in un qualcosa di migliore ma adesso per me sei solo un ricordo che purtroppo pian piano sta svenendo.
Un giorno ho trovato il dolore in un fiore e mi è parso di riconoscere il mio.