Michele Sannino – Abbandonare
Perché si cercano le persone per poi abbandonarle, perché faccio di tutto per farci amare per poi fargli del male abbandonandole.
Perché si cercano le persone per poi abbandonarle, perché faccio di tutto per farci amare per poi fargli del male abbandonandole.
Fermarsi una volta vuol dire fermarsi per sempre.
Aiutare gli altri è un’arte e spesso consiste nel farsi da parte.
Non mi allontani più da me stessa, hai posto colla dove furono lacerazioni. Vivi nel passato e muori ogni giorno nel presente, nel futuro spero non esisterai più.
Se non uccidi con il pensiero non puoi dire di aver commesso un delitto.
Scopro di essere stato ingiustamente usato e, dopo l’inevitabile rabbia iniziale, provo solo un immenso senso di schifo. E, detto sinceramente, perdere certe persone è tutto di guadagnato.
Facevo le pulizie d’autunno (ci sono le pulizie d’autunno?). Comunque ho deciso di buttare via un po’ di vecchi cari scheletri che ingombravano l’armadio. Se non per altro, mi serviva posto per i cappotti invernali.
L’abbandono porta con se un dolore atroce, ma non perché la persona che amiamo se n’è andata, ma perché in lei abbiamo riposto parte di noi!
È vero che gettarsi alle spalle una storia di una vita è difficile. Ma è altrettanto vero che rinunciare a una vita per una storia è assurdo.
Siamo due anime che si stringono all’infinito, due corpi dispersi che si ritrovano in un abbraccio, entrambi vittime ignare di un crudele destino. Scarabocchi buttati via da un’umanità che forse in noi non trova utilità.
Un errore che puoi commettere tu, oppure qualcun altro, non è importante. Ciò che conta è che se quello sbaglio viene fatto, inevitabilmente, non si può tornare indietro. E qui nasce il concetto di rimpianto.
Tutto perisce nell’abbandono.
È bene astenersi dal voler rientrare nella vita di chi, probabilmente, ha ripreso la propria vita allontanando il nostro spettro. Rientrando in una stanza, in cui sai di non essere più tu la luce, si rischia sempre d’urtare qualcosa.
Lei l’ho vissuta ma non esisteva, e se esisteva era inconoscibile. Lei era incomunicabile perché era inconoscibile.
L’indifferenza è la virtù di chi ottiene ragione senza bisogno di urlare.
Come una stella cometa lassù nel cielo scuro, come un delfino che va tra le onde. Io ti osservo da qui da quest’isola deserta, ripensando a cos’era la mia vita laggiù in Italia. Come un tronco in balia del mare che torna sempre sulla spiaggia, come un uccello migratore anch’io tornerò.
Era un giorno come questo, un giorno che puzzava di noi. Non eravamo che fetore allo scadere delle ore.