Alberto Lanfranco – Abitudine
A volte mi sento da solo… con tutto il resto del mondo.
A volte mi sento da solo… con tutto il resto del mondo.
Il problema del giorno d’oggi è che tutti pensano d’essere vittime e nessuno colpevole.
Prima di proferire parola pensa: Appena detta è come cenere sparsa al vento.
Mi fan sorridere le agende perché son piene di tutti i tuoi buoni propositi andati all’inferno.
Sono allergica per natura alla stupidità di chi ritiene il proprio pensiero l’unico possibile.
Le persone non cambiano ti fanno credere che sono cambiati ma restano sempre le stesse.
Indubbiamente, l’assuefazione logora ogni cosa.
Ciò che la gente spesso dimentica, è che vedere è diverso da sapere.
Il conformismo è la causa principale della nostra disumanità.
Oh gli uomini non assolvono, impietosi giudicano e da ipocriti biasimano il giudicare altrui. Non ascoltano e fanno la morale, maestri della teoria sfuggono la pratica, l’esperienza, il vissuto che solo quando è vissuto può essere compreso. Dinanzi alla condanna già annunziata non vale perdersi nella strenua difesa, si tace perché il silenzio non ha voce per bussare dietro a porte chiuse.
Siamo storie viventi, libri in lettura.
Porto a spasso la mia vita ignara d’averla accanto. L’unico rapporto tra di noi si instaura nel momento in cui lei necessita di fare una pausa.
Le abitudini sbagliate le abbiamo per perderle! Non per giustificarci scherzosamente in merito ad esse; e scrollare le spalle cercando di non badare troppo alla responsabilità che abbiamo!
L’abitudine è il perpetuarsi nella propria staticità.
Ho un rifiuto genetico ad accettare il mondo così com’è! Lo stesso fa il Mondo con me.
Le cose complicate vengono scartate come in un processo di selezione naturale, così come le persone. Si tende a scegliere quelle semplice, pacate, che non creano problemi, che non hanno crisi esistenziali né crolli emotivi, le si sceglie convinti di poter viaggiare poi in un fiume di tranquillità.Per questo delle persone difficili ci si dimentica, le si accantona, si tende ad evitarle così da non sentirsi troppo pressati dalla loro presenza.Ed io ho saltato questa fase della selezione naturale. Come per un difetto genetico, come se ricoperta da una coltre di ghiaccio tanto spessa da non permettermi di guardare oltre o di riprendere calore, io cado in errore.Cerco l’errore, la difficoltà, la strada in salita, il sasso nella scarpa, gli occhi gonfi ed il cuore impazzito. Mi emoziono quando non devo, piango mentre tutti sorridono, sorrido tra i fiumi di lacrime. Io mi nutro degli scarti di chi seleziona per un’evoluzione perfetta della specie. Cerco negli angoli, nel buoi dei disastri. Cerco i fallimenti, gli sconfitti, i ritirati.Cerco chi mi somiglia. Cerco il mio errore perfetto.
Da oggi cambiano le regole, il mio modo di fare, di rispettare, di amare, di agire, da oggi cambia tutto, sai perché?Perché sono stanca!