Daniele Maugeri – Accontentarsi
Meglio saggi che felici.
Meglio saggi che felici.
Cammino con i miei pensieri, avvolte stanca, ma dalla terra non mi sollevo, ma resto attaccata. Attaccato fino a l’ultimo filo d’erba, Perché mi sento un fiore che ha bisogno di acqua, ha bisogno della notte per chiudersi e proteggere il candore per il giorno che viene, ha bisogno del sole per essere accarezzata e preso tra le mani. Quanti pensieri vanno e vengono nella notte e quanti si perdono nella notte! Si cancellano e non ricordo più chi sono stata in quell’attimo che è passato, ma l’alba mi mi porterà un nuovo giorno.
La vita è davvero un viaggio con un treno pazzerello e un po spericolato, e a volte dubiti ci sia il conducente, visto che passa anche con il rosso e in certe stazioni non fa mai tappa. Intanto però il viaggio prosegue, o forse deve per forza proseguire, e tante volte si perdono anche i bagagli. Molti me li sono fatti a piedi, ma alla stazione sono sempre arrivata in tempo per vedere il mio treno partire! Ma a volte si è stanchi di camminare a piedi e per rialzarsi e una impresa ardua, e tutto sta nel ritrovare la forza di rialzarsi e fare i primi passi. O forse in quel momento stiamo solo seguendo un copione,! Fatto sta che in questo viaggio della vita di cui conosciamo la meta e i tanti obbiettivi ma non certamente i disagi che può includere durante il suo tragitto prima di arrivare a destinazione prima di a riuscire a raggiungere i nostri obbiettivi fatti di tante speranze, ma quante se se ne vanno perdendo strada facendo, lasciano in noi tanta amarezza. Gioie e dolori si intersecano in questo, ma è inevitabile per che non preventivati da noi.
Se ci fermassimo all’apparenza perderemmo l’occasione di cogliere “l’essenza” dello stile di una persona i dettagli che parlano della sua personalità e non della sua disabilità!
La libertà è frutto dell’immaginazione.
Non devi solo accontentarti di ciò che hai, devi essere capace di riconoscerne il valore. Nell’attimo in cui non ti basta più, precludi una possibilità e sbatti la porta in faccia alla felicità.
Prima di dire quanto sei forte devi valutare dove sei debole.
Non aspiro a grandi cose, ma a quelle piccole gioie quotidiane: che possono essere una passeggiata in riva al mare, una chiacchierata con mio figlio, un bel dolce fatto in casa, una rimpatriata con i cari amici, ecco la semplicità la cosa che amo in assoluto!
Eh si, accontentarsi ma da cosa? Delle lucine piccole, piccole che passano di corsa nella nostra vita, dei momenti belli cosi pochi ormai e al rischio di diventare solo dei ricordi umidi. Accontentarsi ma di cosa? Ah si, accontentarsi di una vita che ha bisogno ancora di un infinità di vite per essere vissuta!
Un cuore che non ti vuole è come una porta chiusa che non si aprirà mai. Puoi suonare tutto il tempo che vuoi: la porta resterà sempre chiusa!
Non giustificatevi mai con chi non vi conosce, avrà sempre la scusante del non conoscervi, e voi la fortuna di non esservi fatti conoscere!
La dannazione di pretender proprio da chi più dà.
Non sempre c’è bisogno di lottare per riuscire ad avere attimi indimenticabili, a volte basta solo lasciarsi andare completamente, in modo che quegli attimi possano scorrere dentro di noi.
Sono diversamente “facile” perché non mi accontento di quello che “trovo”.
Ci stiamo accontentando di questa classe politica, ci stiamo facendo infinocchiare da questa classe dirigente, prima o poi dovremmo dir basta ora parli il popolo.
Spesso ci complichiamo l’esistenza nel cercare di ottenere a tutti i costi qualcosa. Ma dovremmo chiederci a volte se è davvero per noi così importante ottenerla e se la risposta e sì, andare avanti, se è no fermiamoci, non ostiniamoci, non sempre possiamo ottenere tutto.
Se tornassi nel passato forse mi andrebbe di cambiare qualcosa, ma, nell’intimo e nell’essenza che mi contraddistinguono, mi piacerebbe continuare ad essere il me stesso di oggi.